Qualifiche roventi a Portimao con due episodi destinati a far discutere, con Pecco Bagnaia che si è visto portare via una pole position strepitosa a causa delle bandiere gialle dovute alla caduta di Miguel Oliveira, avvenuta proprio davanti a lui, e la retrocessione in 12esima posizione di Maverick Vinales per aver sfiorato la striscia verde oltre il cordolo.
Ma andiamo con ordine. La regola delle bandiere gialle parla chiara: "all’inizio del settore con bandiera gialla il pilota deve rallentare, guidare in sicurezza ed essere pronto a fermarsi se necessario”. La decisione degli steward di cancellare il tempo stratosferico (1.38.494) di Pecco Bagnaia nella sessione di qualifiche di Portimao non lascia quindi molto margine a una diversa interpretazione.
“Pecco si è visto cancellare entrambi i giri lanciati, il primo per la caduta di Zarco, il secondo per Oliveira. In queste condizioni possiamo parlare di sfortuna, ma andremo in direzione gara per verificare. Pecco si merita la pole”, precisa l’Ingegner Gigi Dall’Igna, a fine turno.
“Non ci voleva. Non ho visto le bandiere gialle”, replica a caldo Bagnaia, visibilmente irritato. “Sono un pilota che generalmente rispetta le regole, ma in questo caso proprio non ho visto né le bandiere né Miguel, altrimenti avrei rallentato e poi avrei tentato un terzo giro lanciato. Forse le bandiere luminose al led stile F1 potrebbero essere utili”, spiega il piemontese dopo aver visionato l’accaduto in Direzione Gara. Sfortuna? Certo è che Pecco si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
“Pecco sostiene di non aver visto le bandiere le bandiere, ma doveva aver visto la caduta di Oliveira, il che significa che siamo in regime di bandiere gialle”, precisa Franco Uncini, FIM Safety Officer e membro della Race Direction insieme a Loris Capirossi e al direttore di gara Mike Webb. “Allo stesso modo ha visto che in uscita di curva c’era il pannello verde luminoso ad indicare la fine della zona in regime di bandiere gialle dove i piloti sono chiamati a rallentare”.
La regola è stata introdotta a tutela dei piloti proprio perché nell’adrenalina delle qualifiche o della gara non rallentavano mettendo in pericolo loro stessi, l’eventuale pilota caduto e l’operato di dottori e commissari di percorso. “La bontà della regola non si discute”, commenta Paolo Simoncelli, “è stata introdotta proprio per tutelare il pilota caduto e il personale di servizio. Il problema casomai, è che forse le bandiere non sono sempre esposte nel posto giusto. In una curva che si affronta a 200 km orari, gli occhi del pilota sono già alla curva successiva. In questo caso Oliveira è caduto alla curva 9, una curva a destra, mentre le bandiere sono esposte sulla destra a circa 150, 200 metri per l’ampiezza della via di fuga. C’è quindi una scusante, ma ritengo però questa regola assolutamente necessaria. I piloti devono rallentare in regime di bandiera gialla perché non possono sapere la gravità dell’incidente”.
Diverso invece il caso di Maverick Vinales che si è visto cancellare il tempo per aver appena sfiorato con la gomma la parte verde oltre il cordolo e domani scatterà dalla 12esima casella. “Il verde indica il fuori pista e va punito severamente”, ammonisce ancora Simoncelli, “ma questa volta no!”, tuona il papà del SIC che non è mai troppo tenero con la direzione gara o gli steward quando sbagliano. “Se la punizione si riferisce alle immagini mostrate dalla regia internazionale, allora è proprio ingiusta! Se il pilota va fuori pista, va punito. In questo caso invece Vinales ha solo sfiorato il verde: dei dieci centimetri della gomma, forse due sono andati sul verde. In questo caso mi sembra veramente eccessivo”.
Nel paddock della MotoGP si riaccende così la polemica sull’applicazione delle regole, talvolta alla lettera, talvolta paradossalmente ignorate.