La guerra di nervi è iniziata. Le corse sono così da sempre e il ritorno del re della foresta, Marc Marquez, ha inevitabilmente generato i primi mal di pancia. Perché l’otto volte campione del mondo, inutile nasconderlo, è uno che compete anche in questo modo: prendendo di petto un avversario e affermando la sua supremazia anche fuori dalla pista. Lo ha fatto anche oggi, puntando diritto verso il campione del mondo in carica. E Joan Mir, come si dice, c’è cascato con tutte le scarpe. Lo ha atteso in pista, lo ha seguito per fare il tempo e, inevitabilmente, lo ha innervosito. Al punto che nella conferenza stampa post-qualifiche il campione del mondo non è riuscito a mordersi la lingua e ha sbottato già al primo colpo: “Sappiamo che a Marc Marquez piace fare così, giocare in questo modo – ha detto Mir, riferendosi a quanto accaduto in Q1, quando il 93 lo ha aspettato, affiancato, seguito fino a succhiargli la scia e pure la (poca) pazienza.
“Per questi comportamenti – ha aggiunto - in Moto3 penalizzano, ma in MotoGP no. Mi ha infastidito nel primo tentativo, mi ha rallentato. Non so perché in MotoGP non penalizzano. Azioni di quel genere sono pericolose, non solo in moto3, ma anche in MotoGP. Lui andava piano, ha disturbato il mio giro veloce”. Una opinione, quella di Joan Mir, su cui il suo compagno di squadra del Team Ecstar Suzuki non è entrato nel merito, limitandosi, però, a raccontare quanto accaduto anche a lui durante le Q2: “In pit lane Marc Marquez mi ha aspettato – ha dichiarato – ha atteso che uscissi e poi è venuto fuori anche lui. Marc è molto scaltro nel fare queste cose, ma ho capito le sue intenzioni e sono stato al gioco senza prestarmi. Alla fine sono contento per me, perché sono riuscito a fare il mio tempo da solo”.