Ricorderemo il 2021 come l’anno con due campioni del mondo? E’ quello che viene da chiedersi dopo la notizia del ritorno di Marc Marquez. Non perché il fenomeno di Cervera vincerà certamente il titolo, ma perché la sua presenza cambierà inevitabilmente tutti gli equilibri. I medici del Ruber International Hospital di Madrid gli hanno tato l’ok dopo 4 mesi dall’ultimo intervento e questa mattina anche il dottor Chartre, in seguito alla visita medica prevista dal regolamento, ha detto che Marc Marquez può correre. Dichiarandolo “fit”. Domani mattina, quindi, sarà regolarmente in sella alla sua RC213V del Team Repsol e comincerà ufficialmente un altro mondiale. Quello cominciato e finito in Qatar lo ha vinto Johann Zarco. Quello che invece inizierà domani sui dislivelli e tra le curve del circuito portoghese sarà un affare per Marc Marquez e per quegli avversari che riusciranno a comportarsi come se Marquez non fosse mai tornato. Perché basta aprire un qualunque sito, un qualunque giornale, o basta anche leggere le quote dei bookmakers, per rendersi conto che il favorito adesso è il 93, nonostante l’assenza. Nonostante il livello sia cresciuto e gli altri hanno preso fiducia. Nonostante una Honda che non sembra la moto da battere. Nonostante tutto, insomma.
A smorzare gli entusiasmi ci sta pensando, paradossalmente, solo Marc Marquez, che anche oggi, intercettato da una tv presente nel paddock di Portimao, è stato molto chiaro: “Non è ipotizzabile dopo tanto tempo che io sia al 100% - ha detto – E’ inutile parlare di vittoria, di podio o addirittura di campionato, sono qui per ricominciare, sapendo che il tono muscolare del mio braccio non è ancora quello ideale e sapendo che da adesso in poi si tratterà di fare ogni volta un piccolo passo in più”. Parole che, se non ci fossero state le immagini, mai avremmo pensato di sentir uscire dalla bocca di Marc Marquez. E già questo è sufficiente per avere una certezza: non sarà il Marc Marquez di prima. Che non significa, però, che da Portimao in avanti avremo un campione a metà, visto che il nuovo atteggiamento potrebbe, di fatto, renderlo ancora più forte. Perché un cannibale che si avventa sulle prede per mero istinto può anche incappare nell’errore e restare a bocca asciutta, mentre uno che pensa, pondera, studia e programma avrà sempre la pancia piena. Con buona pace delle “vittime” o, per usare un termine sicuramente più appropriato, degli avversari cannibalizzati. Vedremo. Come sempre nelle corse sarà l’asfalto a parlare.
Di precedenti simili nella storia della MotoGP ce ne sono stati tanti, ma nessuno perfettamente uguale e per Marc Marquez non ci sono precedenti su cui fondare ipotesi, pronostici e calcoli vari. E Marc ne è perfettamente consapevole: “E’ fantastico essere di nuovo qui con tutti voi – ha detto in conferenza stampa pochi minuti fa - Domani tornerò a guidare una MotoGP, la mia moto e sono nervoso. Molto più nervoso del solito, ma adesso è tornato il momento di ricominciare a divertirsi anche con tutta la squadra. Non abbiamo nessun obiettivo per la gara, sono molto contento di essere tornato qui ed è già una vittoria. E’ stato molto strano questo periodo, soprattutto dopo il Qatar, quando ho deciso di non correre in Qatar, perché non mi sentivo al 100% e i dottori me l’hanno sconsigliato. E’ stato difficile, ma adesso abbiamo recuperato e le motivazioni sono molto alte”. Di obiettivi, giustamente, non se ne parla o se se ne parla è solo in termini di “riprendere le misure”. Soprattutto in considerazione del fatto che Portimao è un circuito di fatto nuovo per lui: "Qui non ho mai guidato una MotoGP, non sarebbe il massimo farlo con la pioggia, ma bisogna essere pronti a tutte le condizioni. Ho girato qui con una moto stradale, non ho però grande confidenza con questo circuito".
E' chiaro, quindi, che per lui le incognite non sono poche e che anche la sua moto dovrà dargli risposte importanti, dopo essere stata sulle mani di altre. La scelta è quella di ereditare la stessa RC213V di Stefan Bradl e non di ripartire dalle impostazioni e dai settaggi dell'ultima volta che era stato lui a guidarla: "Honda non è nella migliore situazione - ha aggiunto l'otto volte campione del mondo - Questa mattina ho avuto un lungo incontro con i tecnici per capire le novità. Io partirò con la moto di Bradl, poi cercherò il mio compromesso, nel box si lavora duro per tutti. I piloti ci sono, Pol Espargaro ha fatto grandi cose con la KTM, Nakagami va forte, mio fratello è due volte campione del mondo. Ma ci sono anche gli avversari: ho visto i due GP del Qatar dalla TV ed è difficile giudicare, ma così tanti piloti in così poco distacco la dice lunga sul livello. La MotoGP è un cambiata in questi mesi, è molto dura, ci sono tanti piloti veloci anche nei team satellite. L’obiettivo è tornare competitivo, ma non so quanto tempo ci vorrà. Non so che Marquez vedrete, il punto di domanda è come reagirà il mio corpo quanto potrò essere forte". In verità, però, è anche un altro: quanto riusciranno ad essere forti gli avversari sapendo che Marc Marquez è tornato?