Pecco Bagnaia è uno dei primi piloti ad arrivare all’Arco della Pace, a Milano, per “MotoGP On Stage”, il pre-event del Gran Premio d’Italia al Mugello. Inizia a firmare autografi e scattare selfie quando sul Parco Sempione batte ancora un sole prepotente: di fronte al palco, dietro alle balaustre, comincia a radunarsi una schiera di appassionati, muniti di ombrelli e bottigliette d’acqua, arrivati con grande anticipo per accaparrarsi la prima fila. Col passare dei minuti, però, l’Arco della Pace si riempie di telecamere, fans, fotografi, giornalisti, moto da trecento cavalli, dodici piloti della MotoGP. Pecco, allora, sale sul palco e si mette a chiacchierare con Enea Bastianini – al rientro dopo quasi tre mesi di assenza – e Franco Morbidelli.
Dopodiché, aiutandosi con una stampella si dirige verso il backstage, dove trova un parapetto su cui appoggiare la schiena, rilassare i muscoli e mettere in ordine le idee. Pecco zoppica vistosamente, la frattura all’astragalo del piede destro – rimediata a Le Mans dopo il contatto con Maverick Vinales – fa ancora male. Camminare, stare in piedi, è evidentemente stancante per lui in queste condizioni. Paradossalmente, la sella della sua Desmosedici GP23, tra le pieghe del Mugello, potrebbe rivelarsi una soluzione più comoda. Ci avviciniamo al campione del mondo in carica per chiedergli una sorta di conferma. Intanto, dalle casse installate sul palco da Radio Deejay, in collaborazione con Sky, parte “Please Don’t Stop The Music”, di Rihanna. I cavalli bronzei, quelli in cima all’Arco della Pace, sembrano scuotersi, come se fossero improvvisamente pronti a galoppare. "Mama-say, mama-sa, ma-ma-ko-ssa" è il ritornello in Duala (dialetto camerunense) che domina la parte finale della hit di Rihanna. Ritornello, in realtà, prelevato da “Wanna Be Startin’ Something” di Michael Jackson. Letteralmente, voglia di iniziare qualcosa. E allora cominciamo.
Pecco, come stai dopo il crash di Le Mans?
“Sto bene, sono in ripresa, nell’ultimo periodo la caviglia è migliorata tanto. Sono riuscito ad andare in moto quattro giorni dopo la caduta della Francia, quando ancora non sapevo di aver rotto niente. Però ho avuto fortuna che ci siano state queste quattro settimane di stop, perché ora so che, stringendo un po' i denti, si può fare”.
Qual è la prima immagine che associ al Mugello?
“Ogni volta che torno penso sempre ‘ma quanto è bello!’. Uno dei weekend più belli della stagione assieme a Misano. Adoro il circuito, qualsiasi cosa del Mugello mi piace. Quando fai Casanova-Savelli-Arrabbiata Uno è una roba incredibile. E poi è proprio bello entrare in pista e, attraverso la visiera, vedere la distesa di gente, di colline. Fantastico”.
Casanova-Savelli è anche il punto più adrenalinico?
“No, il punto più adrenalinico è il dosso della San Donato”.
Stai abituando bene l'Italia con le vittorie; a Jerez hai agganciato Max Biaggi a quota 13 in top class. Esiste un rito della vittoria? Una tradizione particolare che ti porta a pensare ‘sarebbe bello vincere, così dopo la gara posso rifare quella determinata cosa’?
“È bello se succede in quelle poche occasioni, durante la stagione, in cui dopo la gara c’è il lunedì di test. Quelle volte, la domenica sera, si va sempre a cena con la squadra e, se sei fresco di vittoria, è un momento molto bello. Però normalmente, senza test al lunedì, arriviamo spesso a casa la domenica sera tardi, e ogni volta è diverso”.
Prima della bellissima vittoria dello scorso anno, al Mugello, avevi conquistato un solo un podio in Moto3. La pressione e le distrazioni del GP d’Italia sono così eccezionali che, alle volte, viene difficile concentrarsi esclusivamente sulla prestazione pura?
“Bisogna dire, innanzitutto, che la pista è molto complicata. Inizialmente, ai tempi Moto3, ho faticato parecchio. Poi piano piano le cose sono migliorate, con la Mahindra nel 2015 ho fatto quarto e l’anno successivo sono salito sul podio, sfiorando la vittoria. In Moto 2 il primo anno sono caduto, il secondo anno ho fatto quarto ma non ero a postissimo. In MotoGP mi sono trovato subito meglio, ma il weekend del Mugello in generale è fatto di tante componenti che devono incanalarsi tutte nella stessa direzione. È tosta vincere al Mugello anche perché, ogni anno, ci sono tantissimi piloti che vanno forte”.
Sei leader del Mondiale, ma ad un solo punto di distanza hai Bezzecchi. Credi che con il passare delle gare l’esperienza acquisita sulla tua GP23 ti possa aiutare nel confronto con la GP22 di Marco?
"Credo che la moto stia crescendo bene dall’inizio dell’anno. Siamo migliorati molto. Della moto dell’anno scorso so esattamente i punti a favore, ma conosco anche i nostri, che stanno venendo fuori sempre di più. So dove lui andrà molto forte, però so anche dove noi riusciremo a crescere”.
Dove andrà forte lui?
“Nelle prossime tre gare andrà forte sempre”.
Dopo le prime due gare del 2023 hai detto che per la Sprint Race del sabato si spendono così tante energie mentali che poi è difficile arrivare alla domenica con lo stesso picco di concentrazione e di adrenalina. Hai cambiato qualcosa nella tua personale preparazione al weekend di gara?
“No, secondo me sono cresciuto a livello di adattamento alla situazione. Pian piano stiamo entrando sempre più nell’ottica della Sprint Race, quindi per abitudine stiamo crescendo tutti”.
Psicologicamente è più complicato essere in testa al Mondiale sin da subito, come quest’anno, e tenere tutto il gruppone dietro, o provare a recuperare da -91 come hai fatto nel 2022?
“Lì l’unica possibilità era vincere. Adesso invece è un po' diverso. Purtroppo sono già stati commessi diversi errori, dal punto di vista delle gare lunghe è stato un inizio di campionato abbastanza complicato. Però in ogni caso è sempre meglio essere primi”.