Ormai è quasi una tradizione, bella e triste assieme: c’è il Gran Premio d’Italia e Mattia Pasini corre in Moto2 con una wildcard. È una buona notizia perché averlo in pista regala spettacolo, ma l’idea che un pilota come lui stia in cabina di commento invece che sulla moto è, appunto, un po’ triste. Noi l’abbiamo chiamato per farci raccontare questo suo momento e Mattia, come sempre, ha risposto con un “Sono in palestra, mi sto allenando”. Come Haga? “No, magari! Tra un po’ non faccio più neanche quello con tutta la roba che ho da sistemare”. È questo Mattia Pasini: leggero, velocissimo, diretto. E, per correre una gara così, estremamente appassionato.
Ssei tornato a fare il pilota e quindi pure a rilasciare interviste.
“Diobò, davvero, oh! Ultimamente le facevo io, adesso le fanno a me”.
Meglio però, no?
“Ah, decisamente”.
Cosa ti aspetti da questo rientro al Mugello?
“Innanzitutto di godermela al cento per cento. È una cosa di cui vado particolarmente orgoglioso, perché è stata organizzata tutta da me insieme al mio babbo e ad amici. Sostanzialmente siamo nel team RW, ma in realtà l’organizzazione è stata fatta tutta da noi da casa e non è stato semplice, però ne vado molto orgoglioso perché l’abbiamo fatto con passione. L’obiettivo numero uno è godersi il weekend e divertirsi in pista”.
Quindi di fatto loro ti concedono soltanto il box?
“Sì, lo spazio!”
Che moto avrai per la gara? Perché sappiamo che ne avevi una di proprietà, ma anche che c’era l’intenzione di cambiarla…
“Ah, non posso dire che moto ho. Però diciamo che tecnicamente non mi manca nulla”.
Vedere Sam Lowes che vince una gara ti ha fatto un po’ effetto? È vero che non avete la stessa età, però avete corso spesso per lo stesso obiettivo.
“Io sono anche un po’ più vecchio, Sam è arrivato che c’era già la Moto2 e io sono un po’ più vecchio. Però secondo me lì dentro l’età per un pilota è una cosa un po’ relativa, no? Gli anni non valgono uguali per tutti. Credo che se hai la motivazione e ti senti ancora competitivo, sai di poter vincere, l’età può essere anche un vantaggio: sai, si lamentano perché i piloti giovani non hanno esperienza, quelli vecchi un po’ l’hanno fatta. Poi vedi Bautista in Superbike, che ha due anni in più di me, o Pedrosa a Jerez…”
Ti hanno fatto venire un po’ l’acquolina in bocca quei due?
“Mah, no, però mi hanno fatto capire ancora di più che i piloti non si distinguono tra giovani e vecchi ma tra forti e scarsi". Un pilota forte lo è sempre. Poi arriverà il giorno in cui magari mi renderò conto di non essere competitivo. Però posso dire che ancora non è arrivato quel giorno per me e credo di poter dare ancora tanto alle moto”.
Senti, per il Mugello dovresti fare un casco speciale con su un quadro di Giacomo Casanova e il tuo faccione sopra, tipo un brutto collage. Un Casanova-Pasini che puoi fare solo tu!
“(Ride) Cazzo, è una bellissima idea! Però non lo faccio, a parte che è un po’ tardi… e poi sono molto affezionato al mio casco, non ne ho fatti tanti di caschi speciali nella mia carriera”.
Eppure ne hai di bellissimi, una gran collezione. Magari è un’idea buona per l’anno prossimo…
“Ah, l’anno prossimo speriamo di fare tutto il mondiale”.
A proposito: hai visto che Lorenzo Dalla Porta ha lasciato il Team SAG e che Andrea Migno si è proposto? Tu ci andresti?
“Se deve andare dove stava Dalla Porta secondo me… diciamo che sono quei posti da cui sarebbe meglio stare lontani, lì vai a correre per correre”.
Come vedi questa sfida tra Tony Arbolino e Pedro Acosta?
“Io vedo un Tony super in forma, cresciuto tantissimo dall’anno scorso. E secondo me lo sta mettendo un po’ in difficoltà questo Acosta. Sarà un bel mondiale”.
Tu vedi spesso Pecco Bagnaia e Marco Bezzecchi fuori dal circuito: come si vivono la sfida?
“Alla fine la bagarre bisogna farla in pista, non fuori. Fuori sono due bravissime persone, due bravissimi ragazzi e in pista se le danno come bisogna fare. Secondo me se la vivono abbastanza bene”.
Al Mugello rientra anche Enea Bastianini: credi che possa ancora considerarsi in lotta per il titolo?
“In un mondiale come questo i punti a disposizione sono tantissimi. Credo che il vero quesito di Enea sarà capire come starà con la spalla, perché secondo me è un infortunio da non sottovalutare per niente. Se sarà in forma, con la spalla a posto, potrebbe fare belle cose, altrimenti credo che sarà molto difficile. Soprattutto con questo format: due gare a GP, programma serratissimo, un weekend dietro l’altro”.
Fabio Quartararo invece? Che dovrebbe fare?
“Più di così poverino cosa deve fare? Purtroppo la Yamaha non è più la moto di due anni fa e ha perso anche i suoi punti forti, mentre gli altri hanno fatto un passo avanti. Magari Quartararo avrebbe dovuto valutare diversamente durante l’inverno, quando si prendono le decisioni”.
Prima di firmare?
“No, assolutamente! Intendo col materiale da selezionare. Poi bisogna capire anche che materiale c’era, perché magari mancava quello. In questo momento però Quartararo e Morbidelli sono veramente svantaggiati dalla situazione tecnica”.
Chiudiamo: Marc Marquez per te lo vince un altro mondiale?
“Preferisco non rispondere”.
Va bene. Allora descrivi il tuo Mugello: il giro, la pista.
“È facilissimo descrivere la pista: è la più bella del mondo. Esci dalla pitlane e ti viene il pelo alto sotto la tuta e da lì te lo tieni fino alla fine del giro. E giro dopo giro te lo godi. Cosa dire, il Mugello è la pista. Punto”.