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Ducati in crisi? Tutti zitti. Pecco è ancora il candidato al titolo: gli mancano solo i punti

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

20 marzo 2022

Ducati in crisi? Tutti zitti. Pecco è ancora il candidato al titolo: gli mancano solo i punti
Dopo le ultime gare del 2021 ci aspettavamo Pecco Bagnaia in testa da subito, poi le cose sono andate diversamente. A Borgo Panigale però non hanno mai avuto così tante possibilità di ritrovare quel titolo che manca dal 2007 di Casey Stoner

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Due gare sono poche per delineare i principali candidati al titolo: qualcuno dice che dovremo aspettare l’Europa con le sue piste più conosciute, chi è più prudente aspetta addirittura la pausa estiva. Ma le grosse domande dell’inverno, almeno due, cominciano ad avere una risposta. La prima, su Marc Marquez: per lo spagnolo Mandalika è stata niente meno che un massacro e la sensazione è che, quest’anno, a Marc non basteranno le lacrime e il sangue per mettersi davanti a tutti con autorità. Le quattro cadute in Indonesia (nelle FP2, due volte in qualifica e una nel warm-up) lo lasciano a fare i conti con tutte le mancanze sue e della moto, perché non c’è chimica. Serve lavorare, soffrire, adattarsi. L’altro grande interrogativo è sulla Ducati, che dopo finale 2021 di puro dominio partiva per vincere con Pecco Bagnaia, forte di rinnovo contrattuale e una moto rivista nel profondo.

Dopo due gare però Bagnaia si è ritrovato con un punto soltanto, frutto del brutto zero in Qatar e del 15° posto a Mandalika. Ma ragionando a freddo e dimenticandosi dei punti, la sensazione è che quest’anno Pecco è ancora il candidato più credibile al mondiale. Lui lo sa e in conferenza stampa non si nasconde: “Cerchiamo di guardare all’aspetto positivo del fine settimana - ha raccontato ai microfoni di Sky -  stamattina avevo un passo molto veloce, è stato un peccato non sfruttare la nostra competitività sull’asciutto. Sono abbastanza giù di morale e un po’ deluso, queste due gare non hanno dimostrato il nostro potenziale. Siamo abbastanza forti per vincere ma non lo possiamo dire perché non l’abbiamo ancora dimostrato. Eravamo pronti per fare una buona gara”.

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In altre parole, il pacchetto c’è ma mancano i risultati. Ed è vero che la costanza è fondamentale nel campionato più lungo di sempre (21 GP quest’anno) ma non ci si può dimenticare che in questa MotoGP il podio non rispecchia sempre i valori in pista. Ci sono le incognite con le gomme - in Indonesia la nuova mescola ha rovinato il weekend a più di una squadra - pochi millesimi in qualifica a fare la differenza, una decina di piloti che può puntare alla vittoria ad ogni Gran Premio. E ognuno dei principali contendenti al titolo ha un limite con cui fare i conti: Fabio Quartararo ci ha sempre messo una pezza e ha raccolto l’impossibile, ma i limiti della moto ci sono; a Marc Marquez manca la magia degli anni passati e sembra che difficilmente la troverà a breve; ai piloti Suzuki, che pure hanno un pacchetto competitivo, serve ancora qualcosa perché sono lontani. A Bagnaia invece mancano solo i punti delle prime due gare. Un weekend senza imprevisti per Ducati renderebbe la vita dura per tutti gli altri, che si trovano con un pacchetto meno completo. A Borgo Panigale piuttosto devono affrontare una sfida diversa: crederci, mantenere alta la testa ed evitare screzi tra la squadra e il pilota. Così il titolo che ormai manca dal 2007 potrebbe davvero tornare a Bologna. E una Ducati in testa al mondiale, quella di Enea Bastianini, c'è già.

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