La Ducati è arrivata ad un filo dalla disperazione, ma torna dal Portogallo con la consapevolezza di poter lottare per il campionato. Questo perché la Ducati ha Pecco Bagnaia. Ora che Jack Miller non trova il feeling, che Johann Zarco è tornato a sprecare le occasioni e che Jorge Martin è fuori per un brutto infortunio, a salvare il weekend di Borgo Panigale è stato ancora una volta il torinese.
Come faceva Andrea Dovizioso, ma meglio. Pecco infatti ha corso una gara in rimonta, con testa e cuore, di quelle a cui ci aveva abituato il Dovi. Ma a Bagnaia non manca nulla per lottare concretamente per il titolo: ha una guida veloce a centro curva, sfrutta la percorrenza come sapeva fare Jorge Lorenzo e la Ducati lo aiuta in accelerazione. E sul giro secco, in cui Dovizioso ha sempre fatto molta fatica, sa essere imprendibile per tutti.
Alla pesantissima pole position all’esordio in Qatar ha aggiunto un altro giro perfetto a Portimaõ, poi cancellato dalla direzione gara. Ed è stato (quasi) un bene, perché Pecco è partito dall’11° casella ed è riuscito a chiudere con un secondo posto. Dieci posizioni recuperate sono roba da Moto3, tornare a casa con la consapevolezza di essere un fuoriclasse vale più dei 5 punti persi da Quartararo. Il quale, per sua stessa ammissione, ha confessato che “un giro come quello di Pecco non sarei neanche in grado di pensarlo”. Lo avevamo visto l’anno scorso a Misano 2, prima di una scivolata che ha regalato la vittoria a Maverick Vinales. Di rientro da un infortunio ancora dolorante, Pecco aveva imposto il ritmo alla gara dopo un secondo posto in gara 1.
“Molta gente non ha capito il suo potenziale - ha raccontato Valentino Rossi dopo la gara a Portimaõ - ha un grandissimo talento, riesce a fare con la moto cose egregie, si trova benissimo con la moto e il team ufficiale, la Ducati crede molto in lui, è una coppia da tenere d’occhio. Se non fosse stato penalizzato per le bandiere gialle, credo che oggi avrebbe lottato per la vittoria”.
La moto c’è come forse non c’è mai stata, almeno in partenza e percorrenza. Ed il pilota anche, perché quello che impara se lo ricorda e i risultati (i suoi) non arrivano mai per caso. “Devo dire che sono veramente contento, abbiamo fatto un ottimo lavoro tutto il weekend - ha spiegato Pecco ai microfoni di Sky - Abbiamo perso ieri la possibilità di vincere oggi per la penalità, però in ogni caso sono contento, abbiamo fatto davvero bene, il risultato migliore oggi era la seconda posizione e siamo riusciti a farla. Poi riprendere Fabio era impossibile perché il passo era lo stesso del mio, quindi veramente difficile, ma non posso che ringraziare il team per il lavoro che ha fatto. Essere nel team ufficiale mette quella pressione addosso che ti sprona ad essere un pilota migliore. Perché ti richiede di essere sempre al top, sempre veloce.”
La sensazione è che la Ducati, a quattordici anni dal primo e ultimo titolo in MotoGP, possa provarci ancora. Con un pilota genitle ma determinato, in grado di ragionare ma sempre pronto a spingersi oltre al limite.