La vita è strana, di certo ironica: ieri il comitato delle Olimpiadi Milano Cortina 2026 annunciava Francesco Bagnaia tra i tedofori della manifestazione, oggi Pecco si porta a casa pole position e vittoria nella Sprint in una Motegi che avrebbe potuto essere la sua grande e forse definitiva bestia nera. Bagnaia porta la fiamma di questa Ducati da inizio stagione ed è da inizio stagione che sta attento, tra incespichi e botte, a tenere acceso quel fuoco lì, quella fiaccola su cui ha soffiato un gran vento.
A Misano, dopo i test, Bagnaia non ci aveva parlato della grossa soluzione che in realtà ha trovato con la squadra, la quale deve aver asciugato il mare e pettinato le montagne per dargli le sensazioni dello scorso anno sulla GP25: probabilmente la scottatura presa a Balaton, quando dopo il GP aveva parlato di “overfeeling” e di svolta, deve avergli insegnato a parlare solo dopo le vittorie. Stessa cosa con gli ormai famosi dischi da 355 mm e le altre soluzioni (non) trovate quest’anno.
Adesso sulla GP25 di Pecco Bagnaia c’è un abbassatore dello scorso anno e una forcella 2024, entrambe soluzioni che lasciano intendere modifiche sostanziali sulla geometria della moto. Venerdì, dopo aver appurato che poteva essere la soluzione definitiva, gli uomini nel box 63 hanno “lavorato tutta la notte” per portare le stesse idee sulla seconda moto. Così Pecco saluta gli italiani svegli alle tre di mattina con una pole position che mancava da troppo per poi ripetersi in gara, chiusa in prima posizione dopo una fuga solitaria che ha ricordato tanto il Jorge Lorenzo dei tempi d’oro.
La cosa sorprendente è che questo risultato sia arrivato nella Sprint, vero punto debole del torinese che l’ultima medaglia d’oro l’aveva portata a casa da Barcellona 2024. Certo, dopo una stagione così è difficile pensare a una guarigione definitiva, a una rinascita, eppure era quello che serviva: tecnicamente perché siamo tornati a vederlo guidare bene e umanamente, invece, perché dopo un tempo che vale un anno di sport finalmente le cose sono tornate a posto.
Non è mai troppo tardi, anche se non ha fatto in tempo. Adesso, chissà, è possibile che vedremo un nuovo Bagnaia: più veloce, più feroce e più conscio delle proprie capacità, ammesso e non concesso che le cose continuino ad andare di questo passo. A livello di capacità e autostima vincere qualche gara da qui alla fine dell’anno potrebbe servirgli quanto un titolo e forse di più. Di certo sarebbe necessario per provare a rinnovare il proprio accordo con Ducati.