Sei sul podio della MotoGP. Da lassù, quasi coccolandoti, ripeti a te stesso quanto sia bella, pura ed estatica quella sensazione che provi quando torni a stare bene dopo essere stato uno straccio. Quel sollievo che accompagna la sconfitta di un virus intestinale lungo tre giorni, che ti ha tolto tre chili, che ti ha tenuto in orizzontale senza nemmeno la forza di afferrare il telefono e dare una scrollata ai social, un lasso di tempo eterno in cui la realtà si mistifica davanti ai tuoi occhi e sembra che il diavolo sia venuto a marcarti visita. Poi succede che guarisci, ti alzi lentamente, barcolli un po' e nemmeno quarantott'ore più tardi ti ritrovi a raccontare tutto questo a Marc Marquez: "Ho preso un batterio dopo aver mangiato un pollo. Un pollo speciale. Sai, per venti minuti vedevo tutto verde". Assomigli al mitico direttore della fotografia Duccio Patané nella serie "Boris", ma in verità sei Enea Bastianini a Brno. Prosciugato nel fisico, brillante negli occhi come non ti capitava da tempo.
Ti avevano detto che saresti tornato ad apprezzare le piccole cose: una pastina in brodo, una passeggiata all'aria aperta, una moto a disposizione per fare due pieghe tra i cambi di direzione ampi e scoscesi della Repubblica Ceca. La pista ti è sempre piaciuta, invece col mezzo ancora non ci vai del tutto d'accordo. "Vedrai, in queste giornate di convalescenza il tuo corpo è più rilassato, più lasso del solito e tu paradossalmente riuscirai ad adattarti con più serenità alle situazioni avverse" - ti ribadivano gli amici. Ci avevi creduto fino ad un certo punto: la tua storia insegna che hai sempre valorizzato le piccole cose e - ancor più importante - che non hai mai trascurato gli aspetti analitici del tuo mestiere. Domare una MotoGP per più di cinque giri consecutivi, nelle tue condizioni, ti sembrava un'impresa. Farlo con quella KTM che di norma risponde con un lamento ad ogni tua iniziativa, ti pareva utopia.
Eppure, con la tua proverbiale laboriosità, ti sei imbarcato in questo weekend di gara. Un venerdì sul bagnato ottimo per risparmiare energie, assaporare quel sollievo misto a rilassatezza di cui tanto ti parlavano e piazzare una zampata da maestro con cui riservare un posto in Q2. Poi undicesima casella nelle cronometrate del sabato mattina a confermare una difficoltà lampante con la RC16 sul giro secco, ma senza che questo riesca minimamente inficiare il tuo buon umore. Continui ad essere padrone di sensazioni promettenti: in sella sei più mobile di quanto pensassi e la KTM, maltrattata per causa di forza maggiore (sei pur sempre malato), obbedisce. La spanci in curva in stile Brad Binder, vincitore a Brno l'ultima volta che la MotoGP passò dalla Moravia. Solo che lui adesso rema nelle retrovie, mentre tu i primi non li vedi poi così lontani. Il pensiero è lecito: "Forse qualcosa sta cambiando".
La risposta pratica te la dai da solo qualche ora più tardi. Allo spegnimento dei semafori scatti convinto, schivi gli imbuti, ti metti settimo. Vedi Bezzecchi che cozza nella traiettoria di Quartararo e ne approfitti. Vedi El Diablo che nell'ultimo cambio di direzione è attaccabile e, chirurgicamente, ti infili. Vedi Bagnaia preoccupato per la pressione della gomma anteriore e, in men che non si dica, gli offri l'opportunità di agganciarsi ai tuoi scarichi per rientrare nei parametri. Sei terzo, vai fortissimo, la KTM è diventata improvvisamente una partner fedele. Ci prendi gusto, noti che Marquez e Acosta sono a tiro e - quasi quasi - "snasi" la vittoria. Poi la RC16, stanca, ti avverte bonariamente con un paio di strattoni. Per questa volta la ascolti. Per questa volta va bene così.
Avevi detto: "Il giorno in cui miglioreremo, lo faremo di botto". Hai avuto ragione. E forse in qualche modo avevano ragione anche gli amici quando mesi fa, con quelle frasi un po' retoriche che non sopporti, provavano ad incoraggiarti: "Dai Enea, questo periodo nero finirà, se continui a lavorare così vedrai la luce in fondo al tunnel". Ma tu non sei come tutti gli altri. Tu sei la Bestia. Per svoltare avevi evidentemente bisogno di vedere tutto verde.
