Sabato 23 ottobre la MotoGP sarà sul Marco Simoncelli World Circuit di Misano. Una data che fa spavento, quella del 23 ottobre, perché il Sic mancherà da 10 anni. 10 esatti da quella domenica in Malesia, su quel circuito che portava il suo nome e in cui ha vinto il titolo mondiale. È, ancora una volta, come se non se ne fosse mai andato. Marco nel paddock, negli occhi di papà Paolo che lotta con i suoi piloti ogni domenica, nel cuore e sulla pelle di chi gli ha voluto bene.
Un discorso portato allo sfinimento questo della presenza che, tuttavia, non ci stanchiamo mai di ripetere perché è sempre più vero. Marco è il motociclismo a persona anche adesso che non c’è più: velocità e talento, mentalità romagnola. Patacca vero, lontanissimo dai piloti incravattati che corrono adesso. Marco Simoncelli riassume il motociclismo perché il motociclismo è anche morire. Nel modo peggiore, senza spiegazione. Lasciando chi rimane a riavvolgere con la memoria, a pensare ai ‘se’, ai ‘ma’, alle possibilità e al ricordo.
La Curva della Quercia
Un ricordo che in questi 10 anni è rimasto intatto ed è cresciuto, dai murales per le strade alla Fondazione Marco Simoncelli per arrivare nei circuiti del mondiale con il Sic58 Squadra Corse. A Misano c’è una curva, la numero 8, che si chiama Curva della Quercia. Ci si arriva dopo un bel rettilineo e ci vengono bene le foto, con la moto tutta piegata mentre si punta al Tramonto. Si chiama così perché una volta, quando il circuito girava al contrario, lì c’era una quercia.
Al primo round di Misano dello lo scorso settembre, Guido Meda e Mauro Sanchini l’avevano anticipato in telecronaca: sarebbe bello ne venisse piantata un’altra, lì dove c’era la prima, per ricordare il Sic. Lo aveva detto Aldo Costa a Paolo Simoncelli: “Abbracciare Marco era un po’ come abbracciare una quercia”. Forte quanto semplice, libera e disordinata. Con le foglie al vento come quella cesta di capelli anarchici. Sabato 23 ottobre quella quercia verrà piantata lì, in curva 8. E sarà bello per tutti passarci davanti con la moto, posarci lo sguardo dalla tribuna, vederla inquadrata in televisione. Con un Ciao Sic che ti esplode in testa per qualche istante di gioia e casino, come i botti a capodanno.