La verità è che, di questa storia incredibile, non sappiamo quasi nulla. Non conosciamo i retroscena, i sentimenti che hanno mosso la scelta di Lewis Hamilton, le ragioni di Ferrari, la posizione di Charles Leclerc e la rabbia di Carlos Sainz. E proprio questo non sapere, in quest’anno alle porte fatto di domande e silenzi, ripicche e speranze, rende ancora più grande il momento storico che stiamo vivendo. Non è un contratto, quello di Lewis Hamilton con la Ferrari. È un sogno. Una fiamma rossa come lo smalto della scuderia di Maranello, una luce che sembrava ormai spenta. “Quel treno è passato”, aveva detto il campione inglese. Gli sarebbe piaciuto, certo, ma la sua carriera lo aveva portato a scrivere una strada ormai diversa. Dopo la firma dell’ultimo rinnovo con Mercedes nel 2023, ogni porta poi era stata definitivamente chiusa. E invece eccola, la scintilla che si accende all’improvviso. Una fascinazione rimasta lì, negli occhi sognanti con cui un Lewis vincente ha sempre guardato i sudati successi degli avversari in rosso.
Un desiderio scritto dentro a una fotografia emblematica, uno scatto che oggi toglie il fiato: quello del podio del GP di Malesia 2015, la prima vittoria di Sebastian Vettel in Ferrari. Le lacrime del tedesco, lo sguardo sognante di Hamilton davanti a quell’emozione sconosciuta. E allora oggi per il campione che ha tutto, per il pilota più vincente della storia del suo sport, il momento di vivere quell’emozione lì - l’ultima che forse gli rimane da provare in F1 - è arrivato. Un sogno rampante quello di voler chiudere la propria carriera a Maranello, che è balenato nella mente di tutti i piloti e che ha inseguito anche il suo mito, Ayrton Senna. Il brasiliano che avrebbe voluto salutare la Formula 1 in rosso ma che per lui il destino ha scritto un altro finale, lasciando a questo sport domande che non troveranno mai risposte. Una storia che nelle mani di Lewis ha oggi l’aspetto di qualcosa di coerente, quasi scontato ma incredibile allo stesso tempo.
L’ennesima sfida, l’ultima forse, della carriera di un pilota che nella vita ha sempre sfidato tutto e tutti, che ha abbattuto pregiudizi, difficoltà economiche, e che facendo di testa sua ha portato a casa scelte che si sono rivelate vincenti, come quella - all’epoca considerata folle - di lasciare McLaren per sbarcare in Mercedes. Andrà allo stesso modo? O il tempo ci racconterà di un altro campionissimo senza bandiera alta a Maranello? Non lo sappiamo ancora, non lo sapremo con ogni probabilità fino alle porte del 2026, anno del cambio di regolamento tecnico. Ma va bene così, perché la magia sta lì. Sta nell’immaginare che un pilota così, uno come Lewis Hamilton, abbia scelto di lasciare ogni sicurezza per quella cosa inspiegabile, quel guizzo. Una roba da far tremare le ginocchia, un pezzo di Formula 1 che racconteremo per sempre.