Quella di Parigi doveva essere una delle location più spettacolari al mondo, nuotare nella Senna circondati dalla skyline della "Ville Lumiére”, ma le cose non sembrano così idilliache. Dopo esser stato annunciato questo progetto impegnativo, il governo francese ha speso circa 1 miliardo e mezzo per bonificare e mettere in sicurezza il canale. Tutti questi interventi però non sono sufficienti, dato che al momento la competizione è a rischio a causa dei livelli di inquinamento troppo alti che non ne consentono la balneazione.
E proprio l’ingente spesa usata ad alzare la polemica ed il popolo francese, è pronto come sempre a scendere in piazza a protestare. La data indicata è quella del 23 giugno, lo stesso giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron, che in passato aveva dichiarato: ”Nuoterò nella Senna”, e la sindaca Anne Hidalgo che si era unita al messaggio del presidente, dovrebbero tuffarsi nel canale per mostrare al mondo la sua sicurezza.
Il popolo francese questa volta ha organizzato un qualcosa di davvero originale, ovvero un flashmob noto come “Flashmob della defecazione” con tanto di hashtag #JeChieDansLaSeineLe23Juin accompagnato da uno slogan provocatorio: “Dopo averci messo nella m***a, tocca a noi fare il bagno nella nostra. Non è da sottovalutare questa azione collettiva dei cittadini, che hanno creato un sito web per diffondere il loro progetto a più persone possibili. Che sia un qualcosa di goliardico o meno, non si sa, sicuramente il disappunto e i malumori sono molti. Non solo i cittadini francesi ma anche i nuotatori stanno esprimendo la loro preoccupazione, colpiscono in particolare le parole di Gregorio Paltrinieri: “Dicono che gareggeremo nella Senna al 100%. Dicono che non ci sia realmente un piano B. Dicono anche però che nessuno dei valori delle acque sia a norma. Mancano 50 giorni”.
Il talento azzurro si aggiunge alle proteste delle campionessa olimpica in acqua libere, Ana Marcela Cunha, che già qualche mese fa aveva chiesto una location alternativa dove poter disputare la gara, queste le sue parole: "L'anno scorso non abbiamo avuto l'evento di prova per questo motivo, ed è la cosa che ci preoccupa di più, perché insistono per farlo lì. La storia di Parigi o la storia della Senna non saranno cancellate se si dovesse andare altrove, ma la salute degli atleti è la prima priorità”. La preoccupazione è tanta, anche perchè nelle acque della Senna le ipotetiche feci sarebbero davvero l’ultimo dei problemi, considerando che vi sono livelli preoccupanti di Escherichia Coli e Enterococchi, ma non solo, è anche l’alta concentrazione elevata di TFA, sostanza prodotta dalla degradazione di pesticidi ad impensierire. Pochi ne hanno parlato, ma nell’ultimo anno delle 14 rilevazioni, fra il ponte Alexandre III e quello dell’Alma, ben 13 sono risultate non idonee alla balneazione. La situazione è davvero critica, il tempo scorre velocemente, gli spazi alternativi non esistono ed ora dubitano non solo i nuotatori ma anche i politici.