Andrea Kimi Antonelli non ha ancora diciotto anni. Non ha la patente, va a scuola, studia, esce con gli amici e cerca, per quanto possibile, di avere una vita normale come quella di tutti i ragazzi della sua età. Papà Marco lo ha ripetuto tante volte: "La Formula 1 non è l'unico obiettivo", non deve essere una ossessione. Eppure Kimi per la Formula 1 sembra essere nato e quella velocità lì, quell'adrenalina del motorsport, l'ha rincorsa da sempre, seguendola da quando ne ha memoria. A 17 anni ha già fatto i conti con il bello e il brutto di questo sport, scoprendo il pericolo e la paura - rompendosi una gamba a Portimao nel 2020 nel mondiale kart - e la fatica del recupero, del tornare al massimo: "Quando ti metti il casco accetti il fatto che il motorsport possa essere pericoloso, accetti i rischi e anche l’ipotesi di poterti fare male. Questo è il motorsport", ci ha detto in un'intervista.
Spesso a colpire di Kimi è una maturità rara per i suoi 17 anni, un tratto del suo carattere che ha sviluppato presto, facendo i conti con uffici stampa e giornalisti, con tecnici e ingegneri, a un'età in cui i suoi coetanei sono abituati a molta meno pressione, e un confronto con il mondo degli adulti ancora lontano. Per Kimi non è andata così, come per tutti gli altri atleti figli di una generazione di talenti sempre più giovane, più concentrata e attenta ad ogni dettaglio del proprio percorso. I giovanissimi del motorsport sono veri e propri atleti a tutti gli effetti, in un campo in cui il professionismo prende il posto dell'amatorialità in età precoce, consegnandoci i "campioni di domani" alle basi della loro scalata sportiva.
Per Kimi il via del viaggio verso verso la Formula 1 è iniziato, in modo concreto, quando è stato scelto da Toto Wolff per entrare nell'Academy Mercedes, prima del via della sua carriera nelle monoposto. Una scelta precoce, figlia di una sola certezza: il talento di questo ragazzo italiano, chiaro e impossibile da non notare. Un guizzo che lo ha portato a saltare categorie, a costringere gli altri intorno a lui a scommettere sempre di più, a tenerlo stretto, con la paura di lasciarlo andare lontano. Un solo pilota negli ultimi anni ha costretto le squadre di Formula 1 a fare scelte impensabili per tenerselo stretto e questo pilota risponde al nome di Max Verstappen, grande rimpianto di Toto Wolff che lo vide scivolare dalle mani della Mercedes per approdare in Toro Rosso a soli 17 anni. Con Antonelli il team principal della Mercedes non sembra intenzionato a fare la stessa cosa e nonostante le chiare intenzioni di non voler mettere su di lui "troppa pressione" in vista del futuro, i test programmati per quest'anno per prepararlo alla Formula 1 mettono in luce l'intenzione di accelerare i tempi, così da avere un Kimi preparato per il via della massima serie già il prossimo anno. Sarà davvero lui a sostituire Lewis Hamilton in Mercedes nel 2025? Sul piatto c'è anche l'opzione Carlos Sainz ma lo spagnolo, secondo gli ultimi rumors, vorrebbe certezze sul futuro a medio/lungo termine che difficilmente otterà da Wolff. Per Kimi un ingresso da rookie nel 2025 sarebbe l'ideale per adattarsi alla squadra e all'ambiente prima del cambio di regolamenti del 2026, quando la Mercedes potrebbe avere un'occasione per tornare a brillare tra i top team (cosa che difficilmente succederà nel 2025).
Ma cosa vorrà dire avere un italiano, giovanissimo e talentuoso, di nuovo in Formula 1? La massima serie sta avendo negli ultimi anni un picco di ascolti, soprattutto tra i giovanissimi, che ha restituito al circus lo splendore di un tempo, con una nuova leva - anche nel nostro paese - di fans e tifosi. Da troppo tempo in Formula 1 manca la presenza di un pilota italiano con reali prospettive sul proprio futuro (l'ultimo è stato Antonio Giovinazzi, la cui carriera però non lo ha mai portato in un top team di F1). L'ingresso del giovanissimo Antonelli, che avvenga già nel 2025 o nel 2026, trascinerebbe un entusiasmo generale simile a quello che oggi stiamo vivendo nel tennis con Jannik Sinner. Già lo scorso anno, quando Kimi correva nel FRECA, il numero di tifosi che lo seguivano, interessati al suo percorso e concentrati sulla sua crescita, era nettamente superiore a quello solitamente riservato a piloti - anche italiani - impegnati in categorie analoghe. Kimi è già un fenomeno e la possibilità di vederlo presto in Formula 1 rappresenta per tutti i fans italiani un vero e proprio punto di svolta, nell'attesa di conoscere il suo futuro in pista. E chissà che, a Melbourne 2024, oltre alla prima gara di Lewis Hamilton in Ferrari non vedremo anche la prima di Andrea Kimi Antonelli in Formula 1.