Al fianco di Charles Leclerc fin dai suoi primi anni nel panorama delle monoposto, con la Ferrari Driver Academy prima e l'ingresso in Formula 1 con Alfa Romeo poi, Andrea Ferrari è il braccio destro del pilota monegasco. Segue preparazione atletica, recupero fisico, alimentazione e concentrazione accompagnando Leclerc in tutto il suo percorso all'interno del campionato di Formula 1, affiancandolo in tutti i weekend di gara.
Con lui abbiamo fatto, a febbraio per MOW, una lunghissima chiacchierata su fisico, dieta e preparazione dei piloti di oggi in Formula 1, sfatando molti miti e raccontando nei dettagli il duro lavoro di quelli che sono a tutti gli effetti atleti professionisti di massimo livello. All'interno dell'intervista Andrea Ferrari ha inoltre parlato di quello che oggi è uno dei problemi principali per i piloti di questa generazione, costretti a spostamenti molto più importanti nel corso dell'anno rispetto a quelli del passato, con molte più gare nella stagione e con viaggi interoceanici importanti. Il jet lag, secondo Ferrari, è infatti uno dei problemi che i piloti accusano di più, poiché la mancanza di sonno compromette a livello fisico le prestazioni degli atleti: "Il jet lag è una delle difficoltà più grandi che ritrovo nel mio lavoro, ma parlo anche proprio a livello personale. Perché specialmente in alcuni periodi del calendario, o all’inizio o alla fine, i cambi di fuso orario a cui tutto il circus è sottoposto sono davvero forti. L’assenza di sonno ha un impatto forte su quella che poi è la performance dell'atleta: le ore di sonno che mancano si risentono sia a livello cognitivo che a livello fisico, è normale".
Manca totalmente, o quasi, la normale fase di recupero quindi, che va recuperata con attento studio di viaggi, ore di sonno e alimentazione. Spiega Andrea: "Con i fusi orari la parte di recupero, che è fondamentale, è molto stressata. A questo si aggiunge il fatto che i piloti non si possono aiutare praticamente con nessun tipo di medicinale, perché sono soggetti a controlli molto serrati sull'antidoping. Però abbiamo delle metodiche precise per aiutarli: vengono studiate le ore di volo per capire quando dormire in aereo, in base agli orari e al fuso di arrivo, quando mangiare, come mangiare - perché ci sono cibi che aiutano - quando smettere di utilizzare il cellulare perché le luci intervengono sul sonno e così via. Anche la temperatura della camera in cui si dorme è importante, così come il materasso. Insomma, ci sono varie tecniche, però quello del jet lag rimane un grosso problema, considerando soprattutto i grandi spostamenti di questi ultimi anni".