Per descrivere il talento e la posizione particolarmente strategica di Lando Norris all'interno della squadra, il CEO di McLaren Zak Brown - imprenditore statunitense dal successo internazionale nel mondo del motorsport - ha usato un termine poco conosciuto in Italia: quello del “giocatore franchigia”.
Un nome utilizzato moltissimo negli sport americani come basket, football americano e baseball, per indicare un elemento della squadra che diventa fulcro di tutto il team, attorno al quale la società stessa cambia, modifica processi e si adatta a quelle che possono essere le inclinazioni, le criticità o le preferenze del singolo, proprio per cercare di arrivare al successo partendo dal un punto saldo: la personalità sportiva che più rappresenta il gruppo.
Così Zak Brown ha, in una recente intervista, parlato del suo pupillo Lando Norris - giovane talento che, con un contratto stabile in McLaren e il vanto di aver messo all'angolo l'ormai ex compagno di squadra Daniel Ricciardo, rappresenta per il team inglese un bene dal valore inestimabile: "Lando è un pilota-franchigia perché è uno di quelli che, se mettessimo tutti i piloti di Formula 1 su un buggy, sarebbe davanti. Perché ha un talento naturale. È una star assoluta e ci sta spingendo". Anche sui concorrenti in pista, il CEO della McLaren ha le idee chiare: "Può vincere le gare, sono sicuro. E so che può battere George Russell. Lo ha già fatto in passato".
Parole che confortano Norris, in questi anni di transizione per la McLaren, che per il momento vede la lotta mondiale come qualcosa di troppo lontano, ma che mettono pressione sulle spalle di Oscar Piastri, il neo arrivato della casa inglese - che inizia così la nuova esperienza in Formula 1 già consepevole di avere un ruolo secondario all'interno della squadra. Una posizione che potrebbe esaltarlo, convinto di dover dimostrare di poter essere meglio di Norris già al suo esordio, oppure metterlo in difficoltà in quello che sarà, a tutti gli effetti, un anno fondamentale per la sua carriera.