Durante le qualifiche del Gran Premio di Teruel alcuni piloti hanno effettuato il tempo mentre i commissari sventolavano le bandiere gialle. Ecco perché alcuni time lap erano stati cancellati, poi ripristinati, poi di nuovo cancellati: una situazione, questa, che più o meno si ripete ogni volta e su tutti i circuiti, così come gli ormai famigerati passaggi sul verde, a volte puniti, a volte abbonati. Scelte e decisioni della race Direction, così, sono spesso finite nel mirino di piloti e manager e questa volta a far sentire la propria voce è stato Pol Espargarò. Aveva promesso, per evitare di finire strumentalizzato, che non avrebbe più rilasciato dichiarazioni se non relative alla sua persona e alle sue prestazioni sportive, ma Pol, a quanto pare, non c’è riuscito. “Con la regola della bandiera gialla – ha raccontato – al GP di Teruel mi sono ritrovato nono in qualifica, poi settimo, poi di nuovo nono. Ma non contesto questo, fa parte dello sport e ci mancherebbe, il problema, però, è che non c’è mai uniformità nelle scelte e nelle decisioni e ciò è destabilizzante per noi piloti”.
Modi di applicare le regole e non solo, però, con Pol Espargarò che, cosìcome già fatto anche da altri suoi colleghi, parla anche della difficoltà per i piloti di vedere bene le bandiere gialle in pista. “A volte – spiega lo spagnolo di KTM – sono su punti del tracciato dove è quasi impossibile riuscire a visualizzarle correttamente, devono rendersi conto che noi piloti andiamo a 300 km/h e ogni eventuale errore o distrazione possono costarci veramente cari. Se la direzione della corsa commette un errore, non succede nulla. Il nostro lavoro è più difficile, per questo siamo tutti d'accordo al 100% sul fatto che la direzione della gara non stia facendo un buon lavoro in questo senso. Siamo d'accordo con la regola, ma vogliamo che sia interpretata allo stesso modo per tutti".
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