Tutto bene, euforia da vittoria smaltita in meno di 10 ore, pagelle fatte e turno superato. Ora però è finito il tempo degli scherzi. Lo sapevamo da tempo, i conti sono il nostro mestiere e ai quarti affronteremo una tra Belgio e Portogallo. Squadre ostiche, rognose e ignoranti. Pur essendo entrambe dipendenti da un solo attaccante, secondo noi, è però meglio affrontare una squadra rispetto all’altra e vi spieghiamo il perché.
Il Portogallo è sicuramente la squadra più attrezzata delle due pur non vivendo un periodo di forma esaltante. Viene da un girone di ferro dove il primo posto è sempre stato in bilico. Ha perso con Germania e pareggiato con la Francia, ma in entrambe le circostanze è sempre rimasta in partita, cosa non da sottovalutare. Solitamente l’allenatore Santos schiera in campo gli stessi interpreti con un 4-3-3 asimmetrico che assomiglia a un 4-1-4-1. In attacco Diogo Jota, Bernado Silva e Cristiano Ronaldo tendono spesso a scambiarsi le posizioni mentre in mezzo la classe Joao Moutinho fa da filtro nel braccetto composto da due incontristi come Danilo/Neves e Renato Sanches. Quest’ultimo, autore di una splendida partita contro la Francia, è il vero punto interrogativo della squadra. O gioca per due oppure rema contro in maniera impressionante. Le 6 reti in due partite non devono far pensare che la difesa sia traballante. Chiaro qualche lacuna c’è, ma Rui Patricio-Semedo-Ruben Dias (miglior difensore della Premier)-Pepe-Guerreiro sono discretamente forti e possono tirar su un muro invalicabile da un momento all’altro. In tutto questo poi ci sono due giocatori stellari in panchina come Joao Felix e Bruno Fernandes. Loro due a gara in corso possono essere determinanti, e noi in primis abbiamo capito quanto una rosa lunga possa fare la differenza in competizione dure come queste. Se il Portogallo non sarà Ronaldo-dipendente,
E poi c’è il Belgio, arrivato stra primo nel girone. De Bruyne, Lukaku, Eden Hazard e Mertens. Non è un caso che vi citiamo questi quattro nomi. Purtroppo il Belgio viene sempre presentata come la squadra da battere e puntualmente quando arrivano i momenti che contano tende a steccare gli appuntamenti. Individualmente hanno probabilmente i calciatori più forti al mondo, ma a calcio si gioca in 11. Se Lukaku o De Bruyne vengono arginati è finita. Roberto Martinez schiera davanti a Courtois la solita difesa a tre composta da Denayer, Vertonghen e Alderweireld. Nulla di cosi esaltante. Probabilmente il Belgio si trova a cavallo di un processo di ringiovanimento della rosa che presto vedrà titolare anche il 19enne Jeremy Doku, tra i migliori kidz in circolazione. Il problema è che Witsel, Carrasco e Meunier non sono più al top come qualche anno fa mentre Tielemans e Dedoncker non possono reggere la baracca da soli. Poi è chiaro. Quando guardi in attacco ti spaventi, c’è l’imbarazzo della scelta. Ma a differenza del Portogallo il Belgio ha pochi cambi di qualità visto che Benteke ha spaccato le porte mezza stagione di tanti anni fa, Batshuayi idem con patatine e Thorgan Hazard, reduce da un infortunio al ginocchio, non ha i 90 minuti nelle gambe. In sostanza, il Belgio segna…ma difende? Secondo noi no.
Ecco quindi che tra un Portogallo molto più completo e un Belgio con quattro giocatori stellari in attacco preferiamo la seconda opzione. Perché in difesa siamo piuttosto arcigni con difensori centrali che picchiano (sportivamente parlando) e terzini intelligenti che capiscono quando difendere e quando attaccare. Il nostro centrocampo poi, assoluto punto di forza della Nazionale, contro due centrocampisti di quantità come Renato Sanches e Danilo potrebbe soffrire “le botte”. Invece con Tielemans e Dedoncker di fronte, che si alternano per qualità e forza fisica, dovremmo superare la loro linea arrivando poi ad attaccare, come di consueto, con il tridente e un trequartista a rimorchio una difesa non così impenetrabile. Con il Portogallo poi ci assomigliamo nelle forze fresche. Affrontare una difesa a tre, a cui si aggiunge un eventuale quarto a supporto, con un Chiesa appena entrato e un Pessina/Locatelli freschi pronti per l’inserimento non sarà per niente facile per nessuno. Ma come dice il nostro amico Francesco Flachi, "tanto per vincere le devi affrontarle tutte".