“Ancora una volta per noi è stato un weekend infruttuoso. Non siamo ancora riusciti a liberarci dei problemi che abbiamo e questo sta influenzando le nostre prestazioni e limitando il potenziale dei nostri piloti. Continuiamo a ricercare soluzioni che possano aiutarci a tornare alla normalità e ad esibirci come siamo abituati a fare”. Sono parole di Alberto Puig e si potrebbero tranquillamente sintetizzare con un secco: siamo nella me*da! Perché in Honda non c’è alcuna soluzione all’orizzonte, perché la RC213V è una moto che non vuole saperne di andare veramente forte e perché i piloti ormai si lamentano ogni giorno. Con il risultato che se prima il Team Repsol era il più ambito di tutti, adesso, visto anche quanto accaduto a Jorge Lorenzo e allo stesso Pol Espargarò, prima di dire “sì” ad HRC chiunque ci penserebbe un secondo in più. Compreso Joan Mir, che è destinato proprio a prendere il posto di Pol Espargarò (ormai definito il suo ritorno in KTM),ma che sta tentennando ancora.
“Quello che mi dà fastidio è che la Honda non parli, che non ci siano reazioni – ha tuonato l’ormai ex compagno di squadra di Marquez - Non vedo reale preoccupazione e non so cosa interpretare. La cosa peggiore è che un produttore come Honda non mostra i suoi muscoli”. Si vaga nel buio in casa Honda e ormai lo ammette pure Alberto Puig. Uno che si è sempre preso la responsabilità di tutto, ma che comincia a mostrarsi piuttosto innervosito davanti all’atteggiamento dei giapponesi. Tanto da riprendere, seppur in maniera più soft, proprio le parole di Pol Espargarò: “Honda tace, ma sta lavorando sodo. Siamo in MotoGP e il nostro dovere è essere di nuovo competitivi e portare una moto che possa iniziare a vincere le gare come da tradizione del marchio”.
Il problema, però, è che di soluzioni concrete se ne sono viste ben poche e, ad oggi, non è ancora chiaro se la RC213V sarà rivista sin dalle basi o se si continuerà a lavorare sullo sviluppo di un progetto che fino ad ora si è rivelato fallimentare. L’unica certezza è che tutti aspettano Marc Marquez, come se fosse l’unica soluzione possibile in concreto. Ma il talento dell’otto volte campione del mondo questa volta potrebbe non bastare, perché nel frattempo tutti gli altri hanno messo sull’asfalto prototipi sempre più performanti. Dovrebbe essere la moto ad aiutare Marc quando tornerà e non Marc a prendersi sulle spalle una moto che nessuno è riuscito a far andare forte.