Con quello humor inglese che mischia sempre ironia a sincerità, Chris Horner - il team principal della Red Bull - fino a pochi mesi fa commentava sorridendo la prospettiva di aver "sacrificato" il 2022 in ottica corsa per il titolo 2021, dove il suo pupillo Max Verstappen si stava giocando tutto contro Lewis Hamilton.
"Quando arriverà la Ferrari e distruggerà tutti al primo GP - aveva detto il team principal ridendo - allora sì che avremo sacrificato il 2022". Un commento ironico che faceva riferimento a quello che, per mesi e mesi, si è detto della squadra di Mattia Binotto dentro e fuori dal paddock: per la Rossa infatti la parola d'ordine era sacrificare il 2021 per concentrarsi sulle nuove monoposto del 2022 e lavorare al cambio di regolamento per portare in pista la miglior monoposto possibile.
Una monoposto vista in Bahrain, dove Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno completato una storica doppietta con una vettura solida e veloce. La stessa gara disastrosa nella quale Chris Horner ha visto le speranze di successo di Verstappen andare in fumo: prima il problema alla power unit Red Bull di Pierre Gasly su Alpha Tauri, poi il ritiro del campione del mondo in carica e alla fine anche il problema che ha costretto Sergio Perez al ritiro. Tre su quattro motorizzati Red Bull hanno chiuso così a zero punti il primo weekend dell'anno, lasciando la squadra inglese insoddisfatta e sorpresa.
E, solo pochi mesi dopo, quelle parole di Chris Horner hanno tutte un altro sapore...