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Quando la Formula 1 e la vela si incontrano: chi è James Allison e come sta portando Ineos Britannia al successo dell'America's Cup

  • di Alice Cecchi Alice Cecchi

12 ottobre 2024

Quando la Formula 1 e la vela si incontrano: chi è James Allison e come sta portando Ineos Britannia al successo dell'America's Cup
James Allison è sicuramente uno dei volti dello sport che sorride di più in quest’ultimo periodo, tra una Mercedes che battaglia in Formula 1 e l’accesso alla finale dell’America’s Cup con Ineos Britannia. Condiviso dal motorsport e dalla vela, il britannico si prepara allo scontro con la Nuova Zelanda in mare, con un occhio però anche al prossimo Gran Premio del Texas: ecco chi è e perché è lui a fare la differenza in questi due progetti

di Alice Cecchi Alice Cecchi

La prima caratteristica comune che viene in mente quando si pensa alle monoposto di Formula 1 e alle barche dell’America’s Cup è sicuramente la velocità, che è uno dei fondamenti di questi due sport adrenalinici. Se si scava più in profondità però, si trovano tantissime similitudini tra le due discipline, che condividono molti valori essendo la massima espressione della competizione su asfalto in un caso e in mare nell’altro, dal gioco di squadra all’attenzione necessaria per ogni minimo dettaglio. James Allison è uno dei pochi fortunati che si può dire impegnato in entrambi gli sport che in questo momento stanno facendo girare la testa agli appassionati, essendo coinvolto sia nel progetto di Mercedes in Formula 1, in qualità di direttore tecnico, e in quello di Ineos Britannia, dove dal 2021 al 2023 è stato responsabile tecnico e ha realizzato l’imbarcazione che ad oggi è impegnata in mare per l’America’s Cup.

Infatti, la carriera di James Allison è tutta da invidiare. Cresciuto con il papà pilota di aerei, la passione per la tecnica e la matematica è venuta da sé e, dopo essersi laureato a Cambridge ha fatto il suo debutto in Formula 1, seguito poco dopo da vittorie su vittorie, prima con Michael Schumacher, poi con Fernando Alonso alla Renault, passando per la Ferrari e culminando con i quattro mondiali vinti da Lewis Hamilton con la Mercedes. La sfida dell’America’s Cup è arrivata più tardi, quando Ineos, sponsor del team di Formula 1, ha deciso di investire anche sulla disciplina della barca a vela, favorendo lo spostamento dell’ingegnere britannico sul mare, ma i risultati si sono subito notati, basta ricapitolare il percorso di Ineos Britannia di quest’anno.

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Allison sul podio insieme a Lewis Hamilton

Il team che rappresenta la Gran Bretagna nell’America’s Cup con la Mercedes non condivide soltanto lo sponsor e James Allison, ma anche una parte delle persone che lavorano al progetto e della sede di Brackley, che ha uno scompartimento dedicato alla vela - con le imbarcazioni che condividono molto più di quanto si possa immaginare con le monoposto di Formula 1. Ineos Britannia si può considerare allora la Mercedes del mare, che si sta preparando per sfidare proprio questo fine settimana quella che si potrebbe definire la Red Bull della situazione, ovvero la squadra neozelandese Emirates Team New Zealand, che domina la disciplina da anni ormai, proprio come la squadra di Christian Horner in pista (ultime difficoltà a parte, che devono essere risolte in vista del Gran Premio del Texas).

Dopo la performance che ha visto Ineos Britannia battere Luna Rossa Prada Pirelli Team, la squadra tricolore che fino alla semifinale ha fatto sognare gli italiani, le aspettative per il team di James Allison, che segue l’azione dai piani alti dal momento del ritorno in Formula 1 al 100%, sono molto elevate, visti anche gli sfidanti che sono rinomati per le qualità da sempre dimostrate. Se non altro, in un weekend in cui la Formula 1 è ancora di riposo - l’ultimo prima della gara americana che darà il via all’ultima parte di stagione il 20 ottobre - la finale dell’America’s Cup è imperdibile anche per i tifosi del motorsport che, una volta puntati gli occhi tra le onde del mare di Barcellona potranno dare il proprio supporto al grande lavoro di James Allison.

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