L’addio di Suzuki alla MotoGP ha sconvolto le vite dei piloti, della squadra e pure degli altri costruttori. Il paddock del motomondiale è diventato di colpo un enorme gioco delle sedie, con l’unica differenza che a saltare, nel giro di qualche mese, saranno quasi un centinaio di persone. Suzuki non lascia a piedi solo due piloti, mette alla porta un team di professionisti senza nemmeno grande preavviso.
Per questo l’ingresso di un nuovo costruttore sarebbe risolutivo: arrivare con una squadra già rodata e due posti assicurati è molto più che un buon inizio in un campionato così competitivo. Sia Kawasaki che BMW però, i principali indiziati per un’operazione del genere, si sono detti contrari. Da Akashi dicono chiaramente che “La Superbike è la nostra vera dimensione e dobbiamo pensare anche a chi lavora nella nostra squadra”, ed effettivamente è difficile vederla in un altro modo. La SBK è in crescita, loro giocano da assoluti protagonisti e l’impegno nella MotoGP non sarebbe neanche lontanamente comparabile. A tal proposito qualche numero lo ha fornito Marc Bongers, Team Principal di BMW Motorrad in Superbike, che a sua volta ha negato un possibile coinvolgimento che vada oltre alle Safety Car e al BMW M Award: “La MotoGP è fatta per la visibilità del marchio - ha esordito - Noi siamo leader di mercato con BMW Motorrad nel segmento oltre i 500cc, abbiamo un marchio che funziona e anche ‘M’ per i mezzi più estremi. Il costo della MotoGP è difficile da calcolare, ad ogni modo senza 40 o 50 milioni di euro l’anno non riesci a fare nulla. E non basta che qualcuno ti dica: ‘Ecco qui i tuoi 50 milioni all’anno’, ci deve essere qualcosa dietro, un progetto e un reparto corse. Si tratta di prototipi, sono necessarie 100 persone per lavorarci. Un impegno in MotoGP costa dalle cinque alle dieci volte di più rispetto alla Superbike”. Lo ripetiamo: correre in MotoGP può costare cinquanta milioni di euro a stagione. Questo, ovviamente, se vuoi costruire le tue moto e renderle competitive, mentre gestire i progetti di una casa già schierata in MotoGP richiede un impegno economico decisamente inferiore. Sembra quindi che Carmelo Ezpeleta dovrà accontentarsi, e noi con lui, di un team indipendente, il quale potrebbe andare a gestire il team satellite Yamaha. Non prima del 2024 però, perché il preavviso è stato troppo poco per tutti.