Un gran premio comincia molto prima del venerdi: quello è solo il giorno in cui si accendono i motori e i piloti scendono sull’asfalto. Ma non nell’arena, dove stanno già dai giorni precedenti. Ed è proprio in questa chiave che possono essere lette le recenti dichiarazioni di Fabio Quartararo, in lotta per il mondiale sin dal primo GP di questa stagione, ma alle prese con avversari che, a differenza sua, sono in sella a moto ufficiali. Ecco perché il francese, pur senza fare nomi, ha voluto lanciare il guanto della sfida proprio ai due spagnoli si Suzuki e Yamaha, rispettivamente primo e terzo nella classifica iridata, prima del triplo appuntamento conclusivo di questo mondiale.
“I team satellite – ha detto Quartararo – generalmente non vincono i mondiali. Quindi, a chi me lo ha chiesto, dico che non sento particolare pressione. So che la stagione ci ha già visti raggiungere risultati straordinari, visto che Petronas non è un team ufficiale. Le mie tre vittorie, unite alle due di Franco Morbidelli, fanno della nostra M1 che veste i nostri colori la più vincente fino ad ora e già questo è un grande risultato. E’ chiaro, poi, che sono lì, secondo in classifica nel mondiale, e che credo e spero di chiudere la stagione davanti a tutti. Ma non sento la pressione, voglio solo fare meglio senza l’ossessione di dover conquistare il titolo. Quella, semmai, riguarda i piloti ufficiali”. Che, tradotto dal politichese al cinichese, significa Joan Mir, ufficiale in Suzuki Ecstare, e Maverick Vinales, ufficiale in Yamaha Monster Energy. Non è questo, quindi, il momento in cui ha sofferto la maggior pressione della sua carriera, racconta lo stesso Fabio Quartararo, che aggiunge: “Ho avuto più pressione prima di adesso in MotoGP. Quando ero piccolo mi piaceva che le persone vedessero che ho del potenziale. Ma è arrivato un momento in cui mi hanno paragonato a Marc Marquez e questa è stata una motivazione da un lato. Ma in un certo senso era anche come avere una pressione extra quasi insopportabile e con cui ho dovuto necessariamente imparare a fare i conti”.
Un esercizio che gli è servito per trovare serenità e per imparare a gestire i condizionamenti esterni, anche se il francese riconosce di avere ancora molto da lavorare sul suo carattere. Un aspetto che, almeno nelle parole, gli interessa molto di più del mondiale 2020, pur essendo determinato a provarci fino in fondo. Senza, però, sentire il “dovere della vittoria” sulle sue spalle. “Sono in mezzo a campionissimi – conclude il francese - due anni fa ero totalmente perso e ora sto lottando per il titolo. Se quest'anno il campionato non fa per me, non succede niente, avrò più opportunità. Nessuno si aspettava che nel secondo anno ci saremmo battuti per il Mondiale. Sta andando tutto molto meglio di quanto mi sarei aspettato, nel 2019 ho firmato con Petronas e da allora non sono stato più così stressato. Inoltre, ho il mio futuro risolto nel 2021 e nel 2022 sarò un pilota Yamaha nel Team Monster Energy”.
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