Di tutte le 115 gare vinte da Valentino Rossi, Barcellona 2009 è innegabilmente qualcosa di speciale. Per il contesto, per come è riuscita la manovra, per il titolo che è arrivato dopo. Ai tempi la rivalità con Jorge Lorenzo era all’apice: muro a dividere il box, due Team Manager (Brivio per Rossi e Jarvis per Lorenzo) e un mondiale soltanto. Jorge Lorenzo arrivava al GP di casa con due vittorie su cinque gare e la testa del campionato, mentre Valentino inseguiva con un distacco di cinque punti e una vittoria soltanto. Con il mondiale 2008 vinto dal compagno di squadra, per il maiorchino era il momento di concretizzare, fuggire via, crearsi un vantaggio. “Spesso andavamo ugualmente veloci - racconta Rossi in uno speciale a puntate di MotoGP.com sulle sue gare più belle - Guardavo i dati e, nonostante stili diversi, alla fine del giro arrivavamo appaiati. A Barcellona è stato difficilissimo, era anche il Gran Premio di casa di Jorge. Però era anche una delle mie piste preferite”. La sfida è cominciata dal venerdì mattina con le prime sessioni di libere, con Lorenzo che sigla la pole e Rossi che chiude ad appena 0,013 secondi: “All’inizio ho cercato di scappare, poi ci ha provato anche lui”. Spiega Valentino ricordando la gara. Il video su YouTube con il commento di Meda e Reggiani agli ultimi tre giri ha superato il milione di visualizzazioni, a cui se ne aggiunge un altro con solo l’ultimo giro che di visite ne ha totalizzate mezzo milione.
Ora che entrambi hanno lasciato la MotoGP (e si trovano anche per correre assieme) cominciano a spuntare i retroscena, a partire da Ramon Forcada che al tempo faceva da capotecnico allo spagnolo: “Jorge pensava che se fosse uscito dalla curva 10 davanti a Rossi avrebbe vinto la gara”, ha spiegato. E Rossi ha messo in chiaro che lui, quel sorpasso, non solo sapeva di poterlo fare, lo aveva già fatto due anni prima: “Sapevo che non era impossibile all’ultima curva perché avevo fatto la stessa manovra contro Stoner nel 2007 e pensavo di poterla ripetere”. Davide Brivio tuttavia, prima della gara, gli aveva suggerito di aspettare l’ultimo momento utile: “Avevamo parlato di questa possibilità, del sorpasso all’ultima curva, ma l’idea era quella di farlo all’ultimo giro: non doveva farlo prima per non scoprire le carte”. Prima, invece, a un giro dal termine, Rossi aveva messo in tasca il celebre sorpasso ‘da straccio di licenza’ in fondo al rettilineo, per poi essere sorpassato nuovamente poche curve più tardi. Quello all’ultimo giro invece è stato un discorso a parte: “Non l’ha fatta in terza marcia, ma in seconda. Ha scalato una marcia per frenare di più la moto e quando ha ripreso il gas in mano è riuscito ad accelerare meglio”. Ha spiegato Alessio Salucci.
Per Jorge Lorenzo naturalmente fu una sconfitta difficile da accettare: “Ha frenato più forte e più tardi di me - ricorda il maiorchino - io andavo più forte in percorrenza di curva. Mi ha battuto perché ero inesperto, lui era più forte in frenata e aveva più esperienza: sapeva come gestirsi alle ultime curve, poi hanno festeggiato quella vittoria come se avessero vinto il mondiale”. Un ricordo che ha ben chiaro anche Valentino: “Avevamo l’adrenalina al massimo. Era l’ultima curva dell’ultimo giro in una gara come quella dopo un weekend come quello in una stagione come quella. Normalmente per una cosa simile devi scrivere un copione, è stato un gran momento”. Da quel momento però, l’atmosfera nel box è completamente cambiata: “È successo qualcosa nella squadra - ricorda Matteo Flamigni, ingegnere elettronico di Rossi - prima era solo nell’aria, dopo quel momento potevi sentire che qualcosa non stava andando bene”. Il resto, come si dice in questi casi, è storia.
A raccogliere i cocci c’erano i due team manager, a cominciare da Davide Brivio che ricorda un tentativo di riappacificamento: “Qualche giorno dopo la gara c’è stato un grande incontro con i due team manager, tentavamo di scaricare la tensione ma era un momento molto teso”. Lin Jarvis invece in quella sfida è riuscito a vedere il bicchiere mezzo pieno: “Quel sorpasso ha fatto crescere Lorenzo come pilota, da lì ha fatto uno step importante”.