È uno dei piloti più schietti del motociclismo degli ultimi anni e di solito Jorge Lorenzo non espone pubblicamente i suoi problemi personali o di salute, ma in questo caso ha fatto uno strappo alla regola. Lo spagnolo ha mostrato un lato meno conosciuto di lui e ha ricordato i suoi momenti più difficili di quando gareggiava. In una intervista concessa a Dazn nel documentario “Yo Piloto”, lo spagnolo ha riconosciuto che la sua tappa più complicata della carriera è stata in Ducati, dove ha avuto un po’ di depressione: “I due anni di Ducati ho dei bei ricordi, forse l'unico pessimo è stato prima del Mugello 2018, quando sono entrato in un po’ di depressione. In quel momento ho capito che ero rimasto senza moto nonostante fossi nel momento migliore di tutta la mia carriera”.
Lorenzo, in questa intervista, ha il merito di farci scoprire come ragione un pilota ad altissimo livello. La pressione che subisce dall'inizio del precampionato e rende il carico di ansia e stress che subiscono davvero notevole. Nel caso dei piloti dei team ufficiali è ancora più alto e questo può portare a problemi più seri: “Le parole depressione e ossessione suonano molto negative”, ha detto Lorenzo, che ha assicurato che il cambio generazionale e la professionalizzazione della competizione ha fatto cambiare significativamente la personalità e la mentalità del pilota: “Lo sport è diventato più metodico e perfezionista, o sei ossessionato in questo mondo o è impossibile combattere con i migliori al mondo”.
Infine, l'ex pilota ha sottolineato che è necessario avere una mente molto ordinata per non essere travolti dagli eventi che possono accadere dentro o fuori la pista: “Lo stesso pilota e la stessa persona possono ottenere il meglio grazie alla fiducia mentale e fisica. Se poi sei bravo con la moto ancora meglio. Quando tutto va bene, puoi essere di gran lunga superiore agli altri o ritrovarti ultimo. Questa è la MotoGP, questo è lo sport”, ha concluso Jorge Lorenzo.