La prima parte di stagione del campoionato di SuperBike non è stata esaltante per Scott Redding. L’egemonia della coppia Rea-Razgatlioglu si è fatta sentire e il pilota britannico ha collezionato soltanto due vittorie, una al Motorland e l’altra a Portimao. Nonostante la poca competitività e gli scarsi progressi in gara, l’obiettivo resta sempre il titolo: “Non è stata la partenza che volevo, sia per errori che per sfortuna, ma l'obiettivo resta il titolo, e per questo serve più costanza – ha detto Scott Redding a Motosprint - Non ci manca nulla rispetto allo scorso anno, visto che siamo più o meno nella stessa situazione, ed è questo il problema. Le altre squadre hanno fatto piccoli ma decisivi passi in avanti, noi no”.
Da non sottovalutare poi l’aspetto relativo alla differenza di altezza con Michael Rinaldi: “E' una situazione un po' complicata. A Misano, per esempio, Michael è stato velocissimo, mentre per me è stato un disastro, quindi c'era una moto che vinceva e un'altra no, come all'Estoril ma con i ruoli invertiti. Con Chaz Davies la situazione era diversa: quando andavo forte, anche lui cresceva, e quando avevo problemi, li aveva per gli stessi problemi. Adesso, nel box, viviamo spesso in situazioni opposte, quindi non è facile intraprendere una strada”. Ma guai a criticare Scott Redding, perché vi manda… sì, proprio a quel paese: “Fanculo, non mi interessa. In fin dei conti sto facendo il massimo, e sono la prima Ducati in classifica, quindi non dovrebbero criticarmi. Ho avuto qualche difficoltà nelle prime gare, ma in tanti hanno dubitato di me nel corso della mia carriera quindi sono abituato. Credo che in generale le persone debbano portare rispetto, considerato inoltre il fatto che la maggior parte di chi critica i piloti non ha mai guidato una moto”.
A proposito di futuro, invece, il 2022 sarà per tutti una semi-rivoluzione: “Mi piacerebbe rimanere qui, voglio vincere il titolo e solo tre case al momento possono farlo: mi trovo in una di queste, quindi mi piacerebbe restare per inseguire l’obiettivo comune. Le otto Ducati in MotoGp? Maggiore quantità non sempre significa qualità, e Suzuki è un esempio: hanno solo due moto e sono molto concentrati. Ducati forse ha una visione diversa della situazione. Certamente un maggior numero di moto ti regala maggiori possibilità, ma anche una maggiore pressione sulla fabbrica”.