La Formula 1 è uno sport ciclico, fatto di attese e ritorni, decenni vincenti e periodi di buio profondissimo. La Scuderia Ferrari, motore trainante della storia della Formula 1 stessa, lo sa bene: non si costruiscono successi indimenticabili come quelli del dominio di Michael Schumacher senza avere alle spalle anni, o decenni, di insuccessi, cadute, errori e modifiche.
Quando però i soldi investiti sono molti, come nel caso della scuderia di Maranello, e le aspettative (almeno a parole) sono sempre altissime, è difficile venire a patti con la rassegnazione. Dopo anni passati tra i top team, a lottare per il titolo prima con Fernando Alonso - contro i successi di Vettel in Red Bull - e poi proprio con Sebastian Vettel - cercando di spodestare Hamilton - la Ferrari si è ritrovata negli abissi più profondi di un 2020 da dimenciare.
La Gazzetta dello Sport ha raccontato la storia più recente della Scuderia partendo dagli investimenti del Cavallino: ben 2.5 miliardi di euro spesi dal 2014 fino ad oggi.
Cos’è che non è andato dunque e cosa invece sta funzionando? “Una serie vincente non si apre per magia” ha detto Mattia Binotto, che intervistato dalla Gazzetta ha parlato di Spa, del tanto discusso motore Ferrari, della coppia Sainz-Leclerc e degli obiettivi per il 2022, spiegando come un budget da 400 milioni l’anno non significhi automaticamente successo poiché su di esso incidono anche fattori quali tempo e stabilità, tutti elementi presenti all’epoca della Ferrari di Schumacher.
Come si spiega dunque la prestazione deludente dello scorso weekend e in generale gli alti e bassi del 2021? “Sabato non abbiamo avuto una buona qualifica ma non dimentichiamoci che le somme si tirano la domenica e restiamo convinti che avremmo potuto fare una buona gara. Nei fatti l’unico GP in cui siamo stati davvero in difficoltà è stato in Francia e abbiamo reagito in maniera efficace. In generale, tutti hanno avuto gare in cui sono andati meglio di altre, fa parte del gioco. Tutto considerato, credo che la prima parte della stagione possa essere definita incoraggiante”.
Alla domanda “Il motore è ancora il vero punto debole della macchina?” Binotto prosegue spiegando: “Il motore è uno degli elementi che incidono sulla prestazione: è sicuramente significativo ma non l’unico. Siamo consapevoli che vogliamo migliorare su tutte le aree: motore, telaio, aerodinamica, strategia, pit-stop…”.
Infine, quando gli viene chiesto se il 2022 sarà un anno decisivo per la Ferrari, Binotto ha le idee chiare “Nel 2022 vogliamo tornare ad essere competitivi. Non vuol dire che siamo obbligati a vincere il mondiale, bensì che dobbiamo continuare a migliorarci gara dopo gara come stiamo facendo quest’anno, per essere in condizioni di lottare per la vittoria.”
Ma se è vero che 400 milioni di budget annuali non rappresentino automaticamente una garanzia di successo e che gli aspetti su cui lavorare sono chiari, contemporaneamente viene da chiedersi come mai ci stia volendo così tanto tempo per rivedere la Rossa davanti a tutti, finalmente in grado di lottare contro gli altri top team e salire sul gradino più alto del podio.