Neanche il tempo di metabolizzare tutte le polemiche sull’introduzione delle Sprint Race e in MotoGP è già tempo di una nuova, discutibilissima, novità. Magneti Marelli, infatti, produrrà una nuova centralina che però potrà essere installata solo sulle moto dei team ufficiali. Significa, ad esempio, che in Ducati solo Enea Bastianini e Pecco Bagnaia potranno utilizzarla, mentre gli altri sei piloti della Desmosedici – Jorge Martin con Johann Zarco, Alex Marquez con Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi con Luca Marini - dovranno accontentarsi della centralina utilizzata già nella scorsa stagione.
Il dispositivo, di fatto, dovrebbe consentire alcuni miglioramenti anche sulle performance delle moto e è chiaro che verrà a crearsi disparità, ammesso che tutto funzioni al meglio e che, come spesso accade quando c’è di mezzo l’elettronica, il vecchio non dovesse rivelarsi migliore del nuovo. Sulla novità, come già detto, non mancano già i primi mal di pancia, con i privati che si ritrovano a fare i conti con una situazione che, almeno in partenza, è di svantaggio. La scelta, però, sembra non piacere anche agli stessi costruttori e a dirlo chiaramente è stato il CEO di Aprilia, Massimo Rivola.
“Così ci troveremo a fare il doppio del lavoro” – ha spiegato Rivola in una intervista con i colleghi di Speedweek. E’ chiaro, infatti, che tecnici e ingegneri dovranno necessariamente lavorare in maniera diversa sulle moto ufficiali rispetto a quanto faranno su quelle private e anche il confronto dei dati potrebbe non rivelarsi più abbastanza veritiero. “Tutti i team ufficiali – ha proseguito Rivola - hanno ricevuto una nuova ECU da Magneti Marelli. I team clienti utilizzeranno la precedente ECU in questo 2023. Adesso abbiamo il doppio del lavoro, non mi piace molto, ma è la regola e possiamo solo adeguarci”.
Una regola che, restando in Aprilia, potrebbe costare cara, ad esempio, a Miguel Oliveira. Il pilota portoghese, infatti, ha già dimostrato di saper vincere in MotoGP e ha scelto di accasarsi su sponda Aprilia, accontentandosi della moto del team satellite RNF proprio per rilanciare la propria carriera e senza rinunciare al sogno di provare a vincere il titolo. Una situazione che, guardando invece agli altri marchi, potrebbe risultare decisamente antipatica anche per Jorge Martin (un altro dei “privati” candidati al titolo), che non guiderà la Desmosedici del Team Lenovo ma che aveva avuto garanzie che la sua moto sarebbe stata perfettamente identica a quella degli ufficiali, e per Pol Espargarò, che è tornato in KTM su sponda GasGas proprio con la certezza che la sua Rc16 sarebbe stata diversa da quella di Jack Miller e Brad Binder solo nei colori della carenatura.