Se la giornata di domani dovesse segnare la fine dell’incubo per Andra Iannone, con l’accoglimento delle richieste dei suoi legali e l’annullamento (o lo sconto) della squalifica inflitta per il presunto caso di doping, quando potremo rivedere The Maniac in pista? Paradossalmente già da questo fine settimana sul circuito di Aragon, ma è chiaro che non ci sarebbero i tempi per organizzare tutto. Più verosimile, invece, la data successiva, sulla stessa pista spagnola, visto che di mezzo ci sarà anche la possibilità di effettuare dei test. Anche in questo caso, comunque, si tratterebbe di una operazione discutibile, con Andrea Iannone e Aprilia che potrebbero anche decidere, eliminato il fardello della squalifica, di prendersi un po’ di tempo in più per valutare un rientro in grande stile e al riparo da brutte figure. Non si può dimenticare, infatti, che il pilota di Vasto in questi mesi non ha mai potuto scendere in pista, non solo con una motoGP, ma con nessun tipo di moto. Lui ieri in conferenza stampa ha detto di essere in forma, di essersi allenato moltissimo in questi mesi e di avere feedback ottimi dal suo fisico, ma ha riconosciuto di non poter contare su un qualche riscontro relativo alla velocità, visto l’impedimento a cui ha dovuto sottostare.
Jorge Lorenzo ha corso la sua ultima gara a Valencia, nel 2019, e poi è tornato in moto a febbraio per i test di Sepang, prima di risalire nuovamente in sella ad una motoGP a Portimao, all’inizio di questo mese. Risultato? Il cinque volte campione del Mondo ha preso circa 4 secondi dal migliore di giornata (Aleix Espargaro), dimostrando che i meccanismi e gli automatismi del pilota si smarriscono facilmente quando si sta troppo fermi. Tralasciando l’aspetto umano, su cui ci siamo già ampiamente soffermati ieri, e tralasciando anche la profonda ingiustizia sportiva di cui è vittima Andrea Iannone, viene da farsi una domanda più che lecita: ma siamo sicuri che riuscirà ad essere ancora veloce? In fondo il pilota di Vasto è stato fermo lo stesso tempo in cui è stato fermo Lorenzo e se è vero che ha un paio d’anni di meno (e questo a livello fisico può contare, soprattutto perché Iannone non ha mai smesso di allenarsi), è altrettanto vero che uno ha alle spalle cinque mondiali vinti e l’altro nessuno. Insomma, il punto di partenza (in fatto di velocità) non era lo stesso. Aprilia, dalla sua, è convinta che l’abruzzese può tornare ed essere subito veloce come un tempo.
La speranza è che sia davvero così, è quello che auguriamo a Iannone e a Aprilia, e anche se così non dovesse essere ci auguriamo davvero che se ne possa avere un riscontro. Perché la ruggine con un po’ di allenamento va via e perché significherebbe in ogni caso che Iannone avrà vista annullata la sua squalifica. Sarebbe già molto, visto che potrebbe non andare così. Le ipotesi in ballo, infatti, non sono solo quelle favorevoli al pilota di Vasto e il rischio che la sua carriera (piuttosto che rilanciarsi) possa finire domani c’è ed è piuttosto concreto. Perché, se le richieste dei suoi legali non saranno accolte, il giudice potrebbe decidere di confermare la squalifica. In questo caso Andrea Iannone dovrebbe stare fermo fino al giugno del 2021, vedendo compromesso anche il mondiale del prossimo anno e, probabilmente, perdendo anche la sella che Aprilia gli ha riservato. E’ chiaro, infatti, che a Noale non potranno attendere ancora e che a quel punto verrebbe portata avanti (e verosimilmente anche a termine) la trattativa con Andrea Dovizioso.
Lo scenario ancora più catastrofico per The Maniac è invece quello voluto dalla WADA, che ha addirittura richiesto un inasprimento della condanna inflitta a Andrea Iannone, portandola a quattro anni. E’ chiaro che se il giudice dovesse seguire questa linea per il pilota di Vasto la data del 15 ottobre 2020 segnerà anche quella dell’addio alle corse in moto.