Cambia il format, raddoppiano le qualifiche e le gare nel weekend, ma la Red Bull resta la stessa: dobbiate per i due piloti di Milton Keynes con distacchi impressionanti da tutte le altre monoposto in griglia e prestazioni impossibili, almeno per il momento, da replicare in questa stagione da parte delle scuderie avversarie. Gongolano anche a Baku quindi Max Verstappen e Sergio Perez che conquistano sprint race e Gran Premio, lasciando a Charles Leclerc e alla sua Ferrari solo la gioia di una doppia pole position il venerdì e il sabato, grazie al talento sul giro secco del pilota monegasco che ritrova la sua Ferrari dopo tre gare disastrose in questo inizio di campionato.
Qualcosa però rimescola le carte anche in casa Red Bull con Sergio Perez che, dopo il successo già ottenuto in Arabia Saudita, porta a casa il secondo Gran Premio dell'anno nella sua Baku, in un tracciato che ama particolarmente e dove già nel 2021 aveva vinto la gara. Grazie all'entrata in scena della safety car dopo il cambio gomme di Verstappen, Perez conquista la prima posizione e da lì gestisce una gara in solitaria: l'olandese due volte campione del mondo ci prova, tenta la risalita per tornare a un primo posto che sente suo di diritto, ma non ci riesce.
Non si avvicina mai a Perez, non lo mette in condizioni di rischiare, o non entra in una fascia di tempi che gli consenta di chiedere alla sua squadra uno scambio di posizioni come visto, in casa Red Bull, molte altre volte in passato. Così Perez arriva alla bandiera a scacchi con una vittoria di forza che forse per la prima volta - nei suoi sei successi conquistati in Formula 1 - ha un valore diverso. Il messicano non ha vinto "sostituendo" Verstappen per problemi alla monoposto del compagno di squadra, lo ha fatto invece tenendo alle spalle Max, gestendo la gara in un tracciato che ama particolarmente e in cui si sente bene, veloce, pronto a combattere contro tutti, anche contro Verstappen.
E adesso? Max resta la prima punta Red Bull, non ci sono dubbi, e la scuderia austriaca è sempre stata molto chiara sulla gestione dei piloti, preferendo una chiara strategia divisa in prima e seconda guida, evitando così spiacevoli fraintendimenti o lotte fratricide. Il carattere di Verstappen però in questi casi non aiuta: l'olandese infatti, come prima guida, pretende spesso l'assoluta devozione del compagno di squadra, che ora sembra meno disposto rispetto al passato a concedergli vita facile. Le cose tra i due hanno iniziato a farsi complicate sul finale dello scorso anno quando Verstappen si è rifiutato di concedere la posizione a Perez, negandogli così l'aiuto per portare a casa il secondo posto nella classifica piloti, andato invece a Leclerc, mentre lui era già saldamente vincitore del mondiale 2022.
Loro si dicono rilassati, ma le ombre di una normale competizione tra compagni di squadra inizia a farsi sentire: la superiorità del team rispetto agli altri avversari crea infatti quest'anno il giusto clima per permettere ai due di concentrarsi solo su sé stessi, e quindi di fare meno "squadra" contro altri avversari e sperare - per quanto riguarda Perez - di poter puntare a qualcosa in più.
Verstappen non concede nulla e anche un semplice secondo posto, come quello di questo weekend a Baku, lo innervosisce: si è calmato rispetto al Mad Max dei suoi primi anni in F1, è vero, ma quando le cose non girano nel verso giusto per lui l'anima combattiva torna a farsi sentire. Lo abbiamo visto nel sabato di sprint race quando un contatto con George Russell ha rovinato la sua gara e il confronto tra i due dopo la bandiera a scacchi è stato più che acceso, con l'olandese che ha definito il pilota Mercedes "una testa di c***o" mentre Russell si allontanava dopo il confronto.
Già in passato abbiamo visto, nella storia della Formula 1, come situazioni come quella di quest'anno in Red Bull possano essere il terreno ideale per far crescere nuove rivalità interne: ultima quella tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton nel 2016, con il successo a fine anno del "secondo pilota" Rosberg, riuscito nell'impresa di battere il campionissimo inglese.
La stagione è ancora lunga e con ogni probabilità Chris Horner e i suoi uomini non permetteranno ai due di battagliare così apertamente, concedendo invece qualche successo a Perez, ma la speranza - in un clima di totale mancanza di competizione come quello di questo inizio di 2023 - è l'ultima a morire. E una bella sfida tra compagni di squadra potrebbe riaccendere l’emozione.