La Safety Commission non è solo sicurezza in pista. Ma anche sicurezza intesa come garanzie che i piloti, in questo momento di grande crisi economica a livello mondiale, chiedono a gran voce. Ecco perché la Safety Commission di ieri, a cui ha partecipato anche il patron di Dorna, Carmelo Ezpeleta, è sembrata più una riunione sindacale. Dopo l’uscita di scena di Valentino Rossi e con gli sponsor che, chiaramente, risentono della situazione a livello globale, gli investimenti intorno al motomondiale sono diminuiti e, di conseguenza, sono diminuiti anche gli stipendi. Il discorso riguarda solo marginalmente i piloti che corrono in MotoGP, che comunque riescono a mettersi in tasca cifre più che considerevoli, ma è serio per quanto riguarda i ragazzi che corrono in Moto2 e Moto3.
A far accendere il dibattito è stato il caso di Romano Fenati, messo fuori squadra dalla SpeedUp e rimasto, di fatto, senza garanzie nonostante un contratto firmato. “Non può essere che vengano offerti stipendi così precari. Quando Fabio Quartararo è salito in MotoGP ha dovuto firmare per 80.000 euro. La maggior parte dei piloti, soprattutto quelli in Moto3 e Moto2, si trovano ad affrontare un'assoluta impotenza quando i team decidono di rompere unilateralmente con loro. Abbiamo discusso con Carmelo del tema specifico di Fenati. Quando una squadra vuole licenziare un pilota, lo fa. Ma quando un pilota vuole partire, non può farlo” – ha detto uno dei partecipanti alla Safety Commission, come riportato dai colleghi spagnoli di Motosan.
Questioni che, al di là di tutto, sono oggettivamente serie e verso le quali i piloti non riescono a muoversi in maniera unitaria, con Pol Espargarò che se la prende anche con Valentino Rossi: “Non abbiamo mai avuto un leader abbastanza pronto ad impegnarsi per creare una vera associazione di piloti. Sicuramente quello giusto era Valentino Rossi. E, nonostante se ne sia parlato tante volte, non ha mai fatto il passo di portare avanti questa iniziativa”. Adesso, però, i tempi sono cambiati e provare a muoversi insieme, quasi come vero e proprio sindacato, rischia di essere necessario, come ha sottolineato anche lo stesso Carmelo Ezpeleta: “La MotoGP è un grande spettacolo e un grande affare, che muove tanti soldi, e i piloti sono gli attori di questo spettaclo. Capiamo la situazione attuale, ma non possiamo pensare che corrano gratis o giù di lì”.