È il quarto giro della Sprint Race di Austin. I fratelli Marquez e Pecco Bagnaia hanno già guadagnato un buon margine su Fabio Quartararo, pimpante e "quarto!", come tuona Mauro Sanchini dalla cabina di commento di Sky. Nel rampino a sinistra di curva quindici, dove bisogna frenare in prima marcia a moto piegata, El Diablo perde l'anteriore della sua Yamaha, che saltella e si dilania in un chattering malefico. Così com'era accaduto in qualifica, Fabio si salva con un gioco tutto prestigio e reattività: gomito, ginocchio e spalla sinistra fanno leva sull'asfalto e lui resta in piedi. Finisce lungo, viene passato da Franco Morbidelli e chiuso nel "panino" di Ducati VR46 da Fabio Di Giannatonio, in rampante rimonta negli scarichi della M1. Diggia scavalca Quartararo al giro successivo, nella stessa curva del serpentone in cui Marquez ad inizio Sprint aveva risposto a Bagnaia. Poi il romano replica la mossa su Franky, con cui in partenza si era reso protagonista di un momento caldo che aveva fatto impennare i battiti cardiaci di Uccio e Pablo Nieto, in piedi a mani giunte nei box di Valentino Rossi.

Le preghiere continuano: Morbidelli resiste all'esterno di Diggia e, in uscita dal serpentone, viene attaccato da Quartararo. i due ex compagni di squadra in Yamaha percorrono mezzo giro di Austin (che non è una pista corta) appaiati. El Diablo si butta dentro alla dieci, Franco gli aspira la scia nel backstraight e tira la staccata alla undici (dove si passa da sesta a prima marcia). Il numero 20 rosso allora approfitta del favore dell'interno alla dodici, dove il numero 21 verde prova nuovamente l'opposizione porfuera e va a sbattere con gomito e spalla destra contro la prepotenza della carena mancina della Yamaha che tanto lo aveva fatto penare in passato. Morbidelli si francobolla quindi a testa bassa in percorrenza della lungissima destra a forma di "C" dell'ultimo settore, prima di tuffarsi a bomba nella traiettoria del francese nel successivo cambio di direzione a sinistra in contropendenza. El Diablo prova ad incrociare la traiettoria nel rampino che precede l'ultimo curva del COTA, ma deve arrendersi ad un Morbido che si mette a centro pista e sbarra ogni tentativo di proseguire lo spettacolo. In tutto questo, i due non perdono contatto da Di Giannantonio, che resta lì, a portata di mano.

Tagliano il traguardo così: Diggia quarto, Morbido quinto, El Diablo sesto. Nessun rancore reciproco, nessuna amarezza, tanto divertimento e tanta adrenalina positiva scaricata in momenti di agonismo sano. Quartararo, ai microfoni di Sky, è probabilmente il più contento: "Molto soddisfatto perché il passo non era buonissimo ma lottare con Fabio e Franky è stato bello. Abbiamo fatto casino, perso un po' di tempo, ma ne è valsa la pena. Da tempo non mi sentivo così 'dentro' alla gara". Morbidelli è invece più provato, non nasconde un filo di preoccupazione per alcuni vibrazioni al posteriore che hanno influenzato la sua Sprint, ma imbeccato sulla bagarre prodotta ha qualcosa da ridire solo ad Acosta: "Dove ho perso più tempo? All'inizio con Pedro, alla dieci mi ha praticamente buttato fuori e quello mi ha fatto perdere il contatto coi primi tre. È stata una Sprint aggressiva, energica, avevo tantissimi problemi e non mi sentivo a mio agio con la moto, questo non lo posso nascondere". Diggia nel frattempo è steso sul lettino del fisioterapista, dove può rigustarsi una delle battaglie più maschie, corrette e fantasiose degli ultimi tempi della MotoGP. Protagonisti lui, l'altro Fabio e Franco, il compagno di squadra. Tutti sfiniti, tutti sudati, ma in fondo contenti. Questa è una gran bella stanchezza.