È il terzo anno di fila a Madonna di Campiglio per Ducati. I giornalisti sono meno dell’anno scorso, l’attesa per i piloti invece è più grande. Sono i più titolati in griglia, condannati a fare primo e secondo, secondo e primo. Pecco Bagnaia: numero 63 in nero e un camouflage di rosso all’angolo, un motivo ripreso sul casco, la tuta rossa più dello scorso anno. Marc Marquez: nuova grafica per il numero, rosso. Rossa la tuta, rosso il casco, rossi i guanti. Sul casco non c’è più uno dei suoi sponsor storici, Red Bull, perché Ducati lavora con Monster Energy. Per rispetto nei confronti degli austriaci però, Marc ha deciso di metter sul casco Estrella Galicia.
Le moto ancora bellissime, disegnate da Aldo Drudi. I piloti portano sulle spalle 11 titoli mondiali in due. I dirigenti Ducati, assieme a Barbara Pedrotti che ha presentato il lancio in diretta dal Palacampiglio, parlano di unione, armonia, lavoro di squadra. È quello su cui si dovrà lavorare di più per far sì che entrambi i piloti si concentrino sul proprio lavoro e non su quello che c’è dall’altra parte del box. Claudio Domenicali si concentra sulle corse e lo fa con poche metafore, scegliendo le parole nel modo giusto. A un certo punto: “E quindi, gas”. Parla da un palco a un teatro ma è come se fosse nel box, con gli occhiali specchiati di rosso.
Gigi Dall’Igna racconta di aver lavorato specialmente sui dettagli per la GP25, che non verrà quindi sconvolta ma affinata nei dettagli. Il passo più grande è stato fatto lo scorso anno. E no, la moto presentata oggi non è particolarmente cambiata: “Sostanzialmente è quella con cui abbiamo finito l’ultima stagione con l’aggiunta di alcune piccolezze”, ha spiegato il Direttore Generale di Ducati Corse. A Sepang, tra un paio di settimane, Ducati proverà un nuovo telaio, un nuovo forcellone, un abbassatone rivisto. Sarà però importante scegliere con attenzione i componenti per non rompere il sottilissimo equilibrio trovato nelle ultime stagioni. Dall’Igna è quello che offre più spunti: “Non vogliamo stravincere, perché a vincere troppo si diventa antipatici e noi non vogliamo esserlo”. Detto in altra maniera: non vogliamo che altri costruttori continuino ad essere aiutati dall’organizzazione perché non sanno lavorare bene come noi.
Pecco Bagnaia, Marc Marquez e quello che c’è in mezzo
Da una parte sembra quasi un deja vù, quando ad entrare nel team ufficiale fu Enea Bastianini: questi ragazzi sono intelligenti, fanno colazione insieme, si rispettano. Sembra impossibile, eppure è così anche adesso che a bussare alla porta di Pecco Bagnaia c’è Marc Marquez, uno dei piloti più ingombranti della storia. Questo anche per una questione di opportunità: quando ti serve tutto quello che hai in corpo per fare la differenza sugli altri, infastidire un altro pilota può essere un grande spreco di energie. Davide Tardozzi dice che, per quanto Bagnaia possa rispettare Valentino e amare la VR46, avrà sempre una visione propria, anche su Marc Marquez, e che non ha paura a parlarne agli amici. Pecco invece aggiunge che i mind games, i giochi mentali, su di lui non fanno presa.
“Ho passato ore analizzando e riguardando più volte errori e le gare peggiori dello scorso anno”, comincia a raccontare Pecco Bagnaia in conferenza stampa. “È vero che voglio stare più avanti possibile ma ho capito che a volte è meglio aspettare un momento. Il campionato è lungo, in alcune occasioni lo scorso anno se avessi aspettato avrei preso dei punti. Voglio migliorare, anche se a volte è difficile fare previsioni. Ho perso l’anteriore anche stando calmo più di una volta”.
Poi parla dei compagni di squadra: “Ne ho avuti tanti, ricordo più di una situazione difficile. La prima volta che ho capito qualcosa è stato in Moto3 quando Martin è arrivato ed è andato subito fortissimo sul bagnato: mi sono messo dietro di lui e ho imparato. Con Jack Miller invece abbiamo costruito un grande atmosfera nel box. E con Marc… sarà assolutamente una cosa nuova. Iniziamo tra un mese ma è dallo scorso anno che cerco di imparare da lui le curve a sinistra. Quello che penso e credo è che con un pilota e campione come lui sarà una motivazione assoluta provare a imparare quando le cose non vanno bene”.
Durante la giornata si è parlato anche molto di Lenovo, title sponsor della squadra. Così Bagnaia ha parlato dell’impatto della tecnologia sulla prestazione: “È vero che serve la tecnologia, ma direi che siamo a un 30 e 70. Settanta per l’essere umano, 30 per la tecnologia. Sono lavori complementari”. Marc Marquez invece: “Ho chiesto all’IA come vincere il mondiale. La risposta è stata ottima, ma a parte questo credo che l’essere umano sia ancora al centro di tutto. Le decisioni alla fine stanno a te”.
Per Marc c’è tanta attesa e la presenza della stampa spagnola, rispetto agli anni passati, pare quantomeno raddoppiata. Lui arriva, almeno a parole, con grandissima umiltà: “Quando arrivi in un box nuovo - è la prima volta questa per me, perché con Gresini stavo in squadra con mio fratello - ora non c’è il pilota 1 o 2, c’è solo chi ha più esperienza nel box e chi ne ha di meno. L’obiettivo del team è vincere. Se non posso io, proverà lui e viceversa”. Sui compagni di squadra: “Da Dani Pedrosa ho imparato più di tutti, ogni sessione era una masterclass. È stato incredibile, ora chiaramente non è uguale ma simile. Arrivo fin un box in cui un pilota ha vinto due mondiali, lui sa benissimo come gestire i problemi. Pecco riesce a capire come essere il più veloce in pista anche se magari il weekend non comincia bene. Voglio imparare da lui”.
Poi torna al giorno in cui ha deciso di darsi un’occasione con Ducati: “Ero sul divano di casa, incerto tra concludere la mia carriera o continuare. Prima di andarmene ho voluto darmi un’ultima occasione, vedere come sarebbe andata con la moto migliore. Adesso pensare che Ducati vinca il mondiale può essere pericoloso. Siamo in MotoGP, quello che ho imparato lottando contro di loro (contro Ducati, ndr) con Dovizioso è che devi pensare a tutti, perché la situazione può sempre cambiare. Ma se sei in questa squadra devi giocarti il mondiale, altrimenti qualcuno ti porterà via la moto”.
La sensazione è che Pecco Bagnaia e Marc Marquez si rispetteranno il più possibile, specialmente quando non saranno sopra la moto. È facile immaginare che, con la stessa maniacale attenzione, proveranno ad arrivare davanti l’uno all’altro. Alzeranno il livello, la velocità, il rischio. È presto per dire se vedremo un mondiale a due, di certo stiamo per assistere a un mondiale senza precedenti per questa MotoGP.