Ebbene sì, c’è chi ha parlato di “bracconaggio”. O, per essere più precisi, di una attività portata avanti in gran segreto sfruttando un momento di debolezza e disattenzione da parte di chi dovrebbe vigilare. Ma che c’entra con le motociclette? C’entra, perché di “bracconaggio” s’è parlato a proposito della possibilità che Pedro Acosta lasci KTM in balia delle onde e della tempesta che sta attraversando per accasarsi in Ducati, in sella a una delle Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46. E’ qualcosa che, ormai, si dice da mesi e tutto sommato non c’è niente di assurdo, visto che comunque nessun marchio di buon senso lascerebbe intentata la strada per arrivare al giovane fenomeno spagnolo.
A far sorridere, semmai, sono le ricostruzioni dei presunti contatti tra Acosta e Valentino Rossi. Che il Dottore stravede per Pedro è noto da anni – quando Acosta non aveva ancora vinto niente di niente - e non ha mai nascosto di ritrovarsi un po’ in quel ragazzino dal talento assurdo e la lingua veloce che, proprio come lui, non vuole schiodarsi dal paese in cui è nato è cresciuto, ma pensare che i due – e anche Ducati – debbano aver bisogno della 100Km dei Campioni per parlare di futuro lascia il tempo che trova. Eppure è esattamente “la notizia” di queste ore: la trasferta a Tavullia di Acosta ha rappresentato una vetrina dietro a cui, però, s’è parlato di altro. Di futuro insieme per la precisione. La verità è un’altra: hanno fatto flat track e partecipato a una grande festa con tantissimi altri piloti. E probabilmente a menate come contratti, clausole e cose così non c’hanno pensato neanche per un secondo.
Non significa, sia inteso, che non succederà mai di vedere Pedro Acosta sulla moto che porta il nome di Valentino Rossi, ma davvero si può pensare che il Dottore, il giovane spagnolo e Ducati abbiano bisogno della 100Km dei Campioni per mettersi a tavolino e parlare di cose serie come il futuro? Possono farlo, se vogliono, in qualsiasi altro momento e dentro scenari ben più adeguati. Anche perché il tempo per provare a capire che margini ci sono non manca, visto che è chiaro che se mai lo spagnolo dovesse lasciare KTM sarà alla fine del 2025. E, almeno a sentire le sue ultime dichiarazioni, è qualcosa a cui adesso non vuole neanche pensare.
Lo ha ribadito, in una recente intervista esclusiva alla testata francese PaddockGP, anche suo padre che, proprio parlando della tremenda crisi di KTM, ha rinnovato la piena fiducia nell’azienda austriaca. “È molto contento di come sta procedendo il progetto KTM – ha detto Acosta senior - Abbiamo grandi speranze, perché KTM è il nostro marchio. Lo diciamo da quando Pedro ha iniziato nella Red Bull Rookies Cup, prima ancora di Moto3 e Moto2. Vedremo se riusciremo a lottare contro le Ducati. Sarà molto complicato, ma non impossibile. È motivato e molto soddisfatto del progetto. Dobbiamo andare avanti”. Nessuna volontà, quindi, di parlare di una situazione che sicuramente preoccupa, ma che, almeno nelle uscite pubbliche, viene nascosta dietro al sentirsi figli di un marchio a cui Acosta deve tutto. Sì, perché come ha raccontato proprio suo babbo, la loro è una storia di benessere e bambagia, ma di una umilissima famiglia di pescatori che ha scelto di aiutare il piccoletto di casa nella realizzazione di un sogno. E con tanto di insuccessi iniziali (qui il racconto dei fallimenti di Pedro), quando correva con il 34 di Schwantz sulla carena della minimoto. “Gli ho messo il 34 quando era piccolo – ha raccontato ancora il babbo - perché ero un grande fan di Kevin Schwantz. Aveva sempre il 34, che era il numero che mi piaceva. Ma quando è cresciuto e abbiamo capito che c’era un’opportunità per partecipare al campionato del mondo abbiamo dovuto trovare un altro numero, visto che quello di di Kevin Swhantz nessuno lo indosserà più perché in MotoGP è ritirato. Avevamo bisogno di un numero che nessuno aveva e che ci piacesse: gli è venuta l’idea di correre con il 37 ed è rimasto con il 37. Lo recupererà quest'anno, dopo aver dovuto passare un anno con il 31, grazie al fatto che Augusto Fernandez è diventato collaudatore in Yamaha, e quindi Pedro potrà riprendere il suo numero. Vedremo cosa succederà, perché per lui avere il suo numero è una grande motivazione in più”.