La crisi KTM, lo abbiamo scritto qualche giorno fa, è destinata ad ampliarsi e a produrre spiacevoli conseguenze in ogni ambito in cui opera l’azienda. Uno dei quali, indubbiamente, è il programma dedicato alle competizioni, che pare abbia un costo annuo di circa 100 milioni di euro. In un primo momento è stato detto che il racing non avrebbe pagato in nessun modo le conseguenze della crisi, eppure dei quasi 3 miliardi di debiti (di cui 500 milioni necessari entro fine febbraio) la quota dedicata alle competizioni è senz’altro rilevante. Tanto che, nel giro di qualche giorno, la notizia che il racing avrebbe proseguito con le sue attività come se nulla fosse è stata smentita e adesso si parla di una KTM che non porterà più avanti lo sviluppo in MotoGP nel 2025 in attesa di maggiori certezze future.
Che, in altre parole, può voler dire anche spendere gli ultimi soldi prima della scadenza del contratto stipulato con Dorna e poi lasciare il paddock, così come rimanere a testa bassa fino al 2027 quando i costruttori saranno costretti a ripensare interamente i prototipi a causa del cambio regolamentare. Di certo, quello che la MotoGP non può permettersi è di lasciare a piedi il nuovo messia della velocità, Pedro Acosta da Mazzarrón. Così, stando a voci di corridoio - che provengono anche dall’ambiente delle derivate di serie - Dorna starebbe lavorando con Ducati per offrire un paracadute ad Acosta nel caso in cui la situazione in Austria gli impedisse di scendere in pista. L’eventualità che questo accada è legata anche e soprattutto a quello che succederà a fine febbraio, quando il tribunale austriaco - dopo le necessarie valutazioni - si esprimerà sul futuro di KTM.
Le opzioni di Pedro Acosta, ammesso che il Team Factory si ritrovi davvero così in difficoltà da non poter neanche cominciare la stagione - che al netto di nuovi disastri economici e gestionali è improbabile - sono principalmente tre.
La prima la chiameremo la Doviziosata o il triangolo: era il 2011 quando Honda HRC si trovò a correre con tre piloti sulla moto ufficiale: Dani Pedrosa, Andrea Dovizioso e Casey Stoner, che stufo di Ducati avrebbe preferito rinunciare alla MotoGP - cosa che comunque fece due anni più tardi - piuttosto che continuare con Borgo Panigale. Honda non si sarebbe mai lasciata sfuggire l’australiano e così lo mise subito sotto contratto, ma pure Andrea - a cui era stata promessa quella moto lì, Repsol Honda, non solo una moto con specifiche ufficiali - rimase in squadra. Nel caso di Pedro Acosta, lo spagnolo si troverebbe quindi, in via del tutto eccezionale e solo per un anno, su di una terza moto del team ufficiale Ducati assieme a Pecco Bagnaia e Marc Marquez. Questa, va da sé, è l’ipotesi meno probabile.
La via di mezzo si chiama Gresini Racing. A Faenza l’ufficio miracoli funziona meglio di un treno giapponese, un orologio svizzero o un motore italiano, basti pensare a cosa è stato fatto con Marc Marquez quest’anno, Fabio Di Giannantonio due anni fa ed Enea Bastianini nel 2022. Affidargli Pedro Acosta, per Ducati e Dorna, significherebbe avere la certezza di risultati importanti, forse addirittura una possibilità di lottare per il titolo. L’esperienza Marquez è stata formativa per la squadra, ma anche d’esempio in termini di capacità di gestione dei piloti. Certo, in Gresini dovrebbero trovare una via d’uscita con i contratti in essere, o comunque dovrebbe farlo Ducati che paga direttamente l’ingaggio di Fermín Aldeguer. Difficile, ma se l’ha fatto Marc Marquez che aveva un contratto in essere con Honda HRC sarebbe sbagliato darlo per impossibile.
Terza opzione, che attualmente è pure la più accreditata - per quanto le percentuali siano basse in ogni caso - è quella del VR46 Racing Team di Valentino Rossi. Con l’addio di Pramac la VR46 ha preso i gradi ed è diventata Factory Supporter, quindi terrà un filo diretto con Borgo Panigale e l’ingresso di Acosta gestito da Dorna e Ducati (perché ripetiamo, di questo si tratterebbe) ha una corsia preferenziale nella squadra di Tavullia, che per altro avrà in gestione una terza moto ufficiale assieme alle due del team rosso. In questo caso c’è anche un amore pregresso: Pedro Acosta ha raccontato, proprio a MOW, di quando Valentino Rossi lo avvicinò con un’offerta. I due si piacciono e si rispettano, così sarebbe tutt’altro che assurdo vederli lavorare assieme.
Ora è difficile pensare che questo accada durante l’inverno quanto, piuttosto, diventare una realtà nel 2026. C’è chi parla anche di un passaggio della Tech3 di Hervé Poncharal (attualmente impegnato con la GasGas) a Ducati con la squadra, i piloti e i tecnici, ma difficilmente Dorna - per quel sistema di cui Gigi Dall’Igna ha parlato più volte - permetterà di nuovo ai bolognesi di schierare otto moto in pista. Di certo questa crisi ha aperto uno squarcio nel mondo delle folli ipotesi di mercato e no, sembra che non si tratti solo di speculazioni.