“Lewis Hamilton alla Ferrari non durerà due anni”. Quando Bernie Ecclestone torna a parlare di Formula 1 le sue parole non passano mai inosservate, anzi. Ha esordito così l’ex patron della massima serie nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano inglese Telegraph dove, tra i tanti temi trattati c’è stato anche l’approdo del sette volte campione del mondo alla Scuderia di Maranello. In passato c'erano già stati contatti, vista la volontà mai nascosta di Sir Lewis di essere al volante di una monoposto del Cavallino prima di dire addio alla Formula 1: poi l'annuncio, un fulmine a ciel sereno che ha varcato i soli confini del mondo del motorsport.
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In molti hanno considerato l’arrivo di Hamilton in Ferrari come l’inizio di una nuova era, dopo i capitoli ricchi di successi prima con McLaren e poi con Mercedes. Da un lato il pilota più vincente della storia della F1, dall’altro la Scuderia che più di tutte ha fatto la storia dei motori. L’ultima grande chance tanto per Sir Lewis di vincere, conquistando quel tanto rincorso ottavo titolo mondiale, quanto per Ferrari per tornare sul tetto del mondo, formando di fatto, a partire dalla prossima stagione, una delle coppie più forti dell’intera griglia di Formula 1. Un’opinione non condivisa da Ecclestone, convinto che in Ferrari Hamilton si scontrerà contro una realtà ben diversa rispetto a quanto vissuto finora in carriera: “Non penso che alla Ferrari avrà la stessa attenzione che ha avuto finora nella sua visione del mondo. Prima di tutto la squadra è felice con Leclerc, che parla italiano. E, anche se Lewis farà bene, avrà comunque tanti nemici perché è arrivato all’improvviso”.
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Un connubio bocciato ancor prima che il mondiale veda il suo via ufficiale, nonostante sinora siano trapelate solo ottime sensazioni dalla Scuderia. Di Hamilton pare aver colpito l’attenzione a ogni minimo dettaglio, sia in pista che fuori, come ribadito da Piero Ferrari subito dopo i primi tre giorni a Maranello. Tra gli addetti ai lavori però, c’è chi ha puntato il dito verso l’età dell’inglese, evidenziando come Sir Lewis non sia più l’Hamilton capace di dominare in lungo e in largo come fatto tra il 2014 e il 2020. Ecclestone però non è dello stesso avviso, individuando nelle motivazioni dell’inglese il vero grande problema, un qualcosa che si porterà con sé anche a Maranello: “Non penso che per un pilota il problema sia l'età, ma da quanto tempo stia facendo quello che fa. Penso che Lewis sia stanco e che abbia perso motivazioni. Sarebbe diverso se non avesse mai vinto un Mondiale, starebbe ancora inseguendo qualcosa. Ma ne ha vinti sette. Non credo che durerà per due anni, come il suo contratto. Piero Ferrari, che l'ha portato lì, è ancora convinto di avere fatto la cosa giusta: spero che abbia ragione e che alla fine non rimpiangerà questa scelta”.
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Un attacco duro, peraltro non il primo lanciato da Bernie nei confronti del campione inglese. Due personalità poco affini, nonostante entrambe abbiano fatto, a loro modo, la storia della Formula 1. Colpa dei riflettori e dell’essere “appariscente” di Sir Lewis? Apparentemente sì. “Hamilton si mette sotto le luci dei riflettori in un modo che rende facile non amarlo. Com'è possibile che uno come lui, che ha vinto qualche titolo mondiale e ha qualche dollaro in banca, si vesta in quel modo? Non mi piace. Ha talento come pilota, non so perché abbia deciso di fare tutte quelle altre cose senza senso”.
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