Un inizio di stagione così non si vedeva, forse, dal Qatar 2015, quando a salire sul podio furono Valentino Rossi, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone. A Phillip Island però corre la Superbike e, anche se curiosamente ritroviamo una Yamaha e due Ducati, è tutto diverso, fatta esclusione per quell’Andrea Iannone che in Australia ha preso la Panigale V4 gialla del Team GoEleven (bellissima, già memorabile) e l’ha fatta andare forte, anzi di più, con in testa un casco per omaggiare Anthony Gobert e il terzo posto in Gara 1. Si poteva fare, una cosa del genere? Difficile. Quasi impossibile, ma quando come lui hai la velocità addosso non bastano quattro anni a fartela passare: “Grazie, sono vecchio ma forse anche più veloce”, le parole di un Iannone visibilmente divertito. Strana gara, difficile, prima gara dopo 4 anni, col flag-to-flag… in quel momento non ho capito più niente”. Sta di fatto che tre italiani sul podio, in Superbike, non si vedevano dal 1993, quando il campionato delle derivate di serie era più un esperimento che una tradizione.
Al secondo posto c’è un Andrea Locatelli per cui le cose non sono mai state troppo facili: ieri si misurava con Razgatlioglu (che la prima gara dell’anno la chiude al quinto posto), oggi divide il box con il sei volte campione del mondo Jonathan Rea. Andrea a queste situazioni complesse, a questi personaggi che potrebbero raccontare da soli lo sport, ha sempre risposto con il lavoro e la velocità. Bravissimo, inizia la stagione nel migliore dei modi spezzando la doppietta Ducati che avevamo visto durante le qualifiche (Bulega, Iannone, Alex Lowes).
Primo in qualifica e primo alla prima gara, non solo la prima della stagione ma la prima della sua vita in Superbike, c’è Nicolò Bulega. Lui non esulta troppo perché sa che questa è la prima gara dell’anno e non l’ultima, sa anche - meglio di altri - che sentirsi fenomeni può diventare alla svelta un peso. È quasi silenzioso, anche se l’abbraccio con Serafino Foti che gli ha dato un’occasione in Supersport, immaginando già un percorso simile, racchiude una carriera lunga vent’anni.
Che quest’anno avremmo visto una Superbike diversa e più combattuta non è mai stato in dubbio, così però sembra quasi troppo. Ed è solo la prima gara, domani si replica con Superpole Race (ore 3 italiane) e, anche stavolta alle 06:00, Gara 2. Che, c’è da scommettere, vedrà fare un bel botto agli ascolti