Sì, è vero. Ibrahimovic ha sbagliato un altro calcio di rigore. Ma stavolta è diverso, è la prima volta che lo svedese viene provocato e fallisce il colpo.
Ci vuole coraggio per provocare una persona come Zlatan. Coraggio che invece non è mancato al portiere del Verona, Silvestri, il quale è riuscito a ipnotizzarlo con una semplice domanda: “L’ultimo l’hai sbagliato, vero?”
Forse spinto dalla sua prestazione, fino a quel momento lì eccellente, Silvestri è stato il primo uomo, non allenatore, ad entrare nella testa di Ibrahimovic. E l’ha fatto in grande stile, con arroganza, aiutato soprattutto dal silenzio generale di San Siro, che gli ha permesso che il suo messaggio venisse recapitato perfettamente.
L’ultimo portiere che lo aveva provocato così prima di un rigore, era stato Julio Cesar, protagonista di un simpatico siparietto in uno dei derby più rocamboleschi degli ultimi anni. Il portiere brasiliano si era avvicinato al suo ex compagno di squadra, provocandolo con tanto di linguaccia. Ma Ibra rimase impassibile, e dopo aver segnato gli rispose con tanto di sfottò.
Questa volta però, la palla finisce in curva.
La sua reazione rispecchia esattamente il silenzio all’interno dello stadio. I suoi occhi guardano il terreno, sono spenti, umili. Sono quelli di un professionista di 39 anni, che ancora vuole dimostrare qualcosa ai compagni e agli spettatori a casa. Sono quelli di un fenomeno che ancora vuole dimostrare qualcosa agli avversari, che devono sapere che Ibra non è mai invecchiato, che è immortale, che è sempre e comunque lui, Zlatan Ibrahimovic.
Ma come poi si è visto, Ibra si piega ma non si spezza mai. Gol di testa e pareggio nei minuti di recupero. Non ce la fa proprio a uscire da sconfitto, non è nel suo essere.
Ancora una volta ha trascinato la sua squadra e ancora una volta ha messo a tacere i dubbi e gli scetticismi attorno al suo ritorno in Italia. I compagni lo avranno rincuorato di certo, alla fine lui è l’esempio da seguire all’interno della giovane e spensierata corazzata rossonera.
Ed è con la stessa spensieratezza che, ai microfoni nel post-partita, tutto sorridente si mette a scherzare con i giornalisti e ammette le sue colpe per l’ultimo rigore calciato: “Il rigore? Un disastro.”
Beh, se lo dice lui, gli crediamo. Anche perché penso che nessuno abbia il coraggio di andarglielo a dire in faccia, né i compagni, né l’allenatore, né tantomeno i giornalisti. Quindi, meno male che l’hai detto tu Zlatan. Per poi concludere dicendo che il prossimo lo lascerà al compagno di squadra Kessiè, uno che di rigori ne ha sbagliati veramente pochi.
Ibra sa fare tutto. Ha la numero 11 perché può interpretare perfettamente tutte le fasi di gioco e tutti i ruoli degli 11 che scendono in campo. Non ha più niente da dimostrare e di sicuro troverà altri modi per segnare.
Perché tutti sono esseri umani, anche Ibra.