La storia d’amore tra Icardi e Milano sembrerebbe non essere ancora finita.
Una telenovela a tutti gli effetti, dove non mancano ovviamente i colpi di scena. Mauro, dopo solo una stagione al PSG, potrebbe fare quindi ritorno a casa. D’altronde, la moglie e sua procuratrice Wanda Nara non ha mai nascosto la sua volontà di ritornare a giocare in Serie A. E mentre la Juventus si rinforza con Morata e il Napoli con Osimhen, il Milan rimane l’unica scelta plausibile per il rientro in Italia dell’argentino.
A Parigi sta facendo più fatica di quanto ci si aspettasse. L’anno scorso, dopo un ottimo avvio di campionato, Mauro ha cominciato lentamente a spegnersi. Con Cavani in scadenza e il rinnovo lontano, tutti pensavano che le redini dell’attacco parigino sarebbero finite nelle sue mani. Tutti tranne Tuchel, l’allenatore del PSG, che più volte lo ha fatto sedere in panchina nelle partite importanti. Una su tutte, la finale di Champions League dello scorso agosto persa contro il Bayern, nella quale addirittura Icardi è rimasto a guardare i compagni per tutti e i 90 minuti.
Una cosa è certa: se Icardi va al Milan, Ibra lo prende a mazzate.
Esatto, il Milan vuole proprio l’ex capitano dei cugini interisti. Un trasferimento shock, che potrebbe sconvolgere sia la città stessa di Milano che il calcio italiano. Icardi che torna in Italia ha un sapore di vendetta, di rivalsa, verso tutti i tifosi nerazzurri che prima lo hanno sostenuto e poi lo hanno odiato e abbandonato a seguito delle vicende che ormai tutti conosciamo.
Ma perché Ibra dovrebbe prenderlo a mazzate?
In primis, dal punto di vista caratteriale. Zlatan è una personalità troppo importante all’interno dello spogliatoio, è la luce che è tornata a splendere a San Siro, è il protagonista assoluto della scena. Icardi sarebbe una presenza alquanto ingombrante lì in mezzo. E’ una primadonna anche lui, vuole sempre dire la sua e in passato ha recato fin troppi problemi alla dirigenza nerazzurra, e questo spaventa non poco a Casa Milan. Io già me lo vedo: rigore per il Milan, con i due che litigano per batterlo.
In secundis, dal punto di vista tattico. Icardi è più un attaccante d’area, vuole che il gioco si concentri tutto su di lui, rischiando così di penalizzare o sminuire chi gli gioca a fianco. Ibra invece è un attaccante totale, è ovunque, fuori e dentro l’area. Si sposta da trequartista a “9” con una facilità incredibile. Non a caso, attorno a lui i giocatori crescono più in fretta ed esprimono al meglio le loro qualità, chiedete a Nocerino o Calhanoglu. Ibra al Milan poi sta facendo un ottimo lavoro con i giovani come Leao e Saelemaekers, mentre Mauro all’Inter oscurava un giocatore come Lautaro Martinez, consacratosi appunto dopo il suo addio. Tra i due ci sono ben dodici anni di differenza è vero, ma la sensazione è che questo Zlatan oggi non ne voglia proprio sapere di appendere gli scarpini al chiodo. Immaginarli come compagni di squadra è molto difficile, due centravanti che sicuramente si trovano meglio con degli esterni al loro fianco, che con un’altra prima punta. Anche perché, il rischio di pestarsi i piedi è altissimo.
Insomma, Icardi guarda la porta, Ibra i compagni.
Poi che Icardi dentro l’area sia un cecchino è un dato di fatto. All’Inter in sei stagioni, ha segnato più di 120 gol in tutte le competizioni. Infatti, un altro dubbio - visto che possiamo immaginare come la prenderanno i tifosi interisti - è come la prenderanno i tifosi milanisti. Perché parliamo di un ex capitano dell’Inter che ha segnato ben 5 reti nei derby contro di loro. Un giocatore che per anni ha rappresentato la squadra dei loro acerrimi cugini. Sicuramente vederlo esultare sotto la sua ex curva in modo provocatorio, con le mani dietro le orecchie, farebbe godere e non poco i tifosi. Intanto, Wanda da lontano strizza un occhio ai suoi amici del Milan, come ha pubblicato sui social dopo l’ultima vittoria nel derby.
In conclusione, il Milan oggi ha trovato finalmente un suo equilibrio. Un equilibrio che mancava ormai da anni. È giusto rischiare di compromettere una situazione come questa con l’arrivo di uno come Icardi? Questa squadra funziona così. C’è un perfetto connubio tra giocatori d’esperienza e giocatori giovani e promettenti. E poi c’è Dio, che fa reparto da solo.
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