Manca sempre meno al prossimo 17 dicembre, data storica per la Federazione Internazionale dell'Automobile e per tutto il mondo del motorsport. Quel giorno infatti scadrà ufficialmente l'ultimo mandato di Jean Todt che non si ricandiderà alla presidenza della FIA, arrivato al completamento del terzo mandato e al raggiungimento dell'età massima consentita per la candidatura.
Finisce così un'era iniziata alla fine del 2009 con la vittoria schiacciante (135 voti a 49) del francese sull'ex campione di Rally Ari Vatanen ma forse, il prossimo dicembre, giungerà alla sua conclusione un periodo storico iniziato prima di Todt, il cui via è stato da Max Mosley, alla guida della FIA per ben 16 anni.
Mosley, scomparso all'età di 81 lo scorso maggio, aveva infatti traghettato la Federazione verso il presente che conosciamo e, costretto a non ricandidarsi a causa degli scandali personali dai quali venne sommerso in quegli anni, fece il nome Jean Todt come suo degno successore.
Un ruolo che Todt - già celebre nel mondo del motorsport grazie ai successi collezionati in Ferrari con Michael Schumacher - ha saputo gestire alla perfezione, completando tre mandati con il massimo della popolarità possibile, sia all'interno che all'esterno della FIA.
Sostituire il francese non sarà facile ma la sfida non sembra spaventare i due candidati alla presidenza che, il prossimo inverno, verranno votati dai membri della Federazione al fine di scegliere il nuovo presidente, la sua squadra e - non ultimo in ordine di importanza - il piano di azione per i prossimi quattro anni.
Da una parte troviamo Mohammed ben Sulayem, volto conosciuto tra gli appassionati di motorsport (14 volte vincitore del Middle East Rally Championship) e già vicepresidente della FIA per la mobilità, mentre dall'altra troviamo uno dei più intimi collaboratori di Todt, il vicepresidente della FIA per lo sport Graham Stoker.
I due hanno ancora due mesi di tempo per presentare i loro programmi completi ma già da qualche mese si stanno delineando, sempre più chiaramente, le posizioni della campagna e la direzione che vorrebbero dare alla Federazione nel corso del loro - ipotetico - mandato.
Ben Sulayem sta conducendo una campagna con lo slogan "FIA for Members" e sta assemblando la sua lista di 14 funzionari come richiesto dagli statuti e dai regolamenti interni della FIA, e ha recentemente ha annunciato che la brasiliana Fabiana Ecclestone, moglie dell'ex CEO di F1 Bernie, in caso di vittoria verrà eletta vicepresidente sportivo per la regione sudamericana. Sul sito web del candidato è possibile leggere tre aree politiche della sua campagna: un approccio guidato dai membri, dal basso verso l'alto piuttosto che dall'alto verso il basso; una grande attenzione al rispetto delle tradizioni alla passione che muove il mondo dell'automobilismo e del motorsport; e una visione fresca con leadership proattiva e spinta all'innovazione.
Sul sito inoltre si può trovare una lunga disanima su temi come l'uguaglianza nel mondo del motorsport, diversità e inclusione ma anche un focus su Medio Oriente e Africa.
Se da una parte abbiamo così una campagna che parla ai membri della FIA, dall'altra abbiamo una Federazione che vuole aprirsi a tutti, differenza da non sottovalutare già chiarissima nello slogan presentato da Graham Stoker "FIA For All", un indizio sull'intenzione del braccio destro di Todt di allargare la rete degli interessi della FIA nel prossimo futuro.
Una politica esposta in modo chiaro nel documento, riguardante solo l'area motorsport, scritto e pubblicato da Stoker in collaborazione con il suo designato vicepresidente per lo sport Tom Kristensen, nove volte vincitore di Le Mans e vincitore del titolo WEC 2013, dove delineano le principali iniziative che includono: dare priorità alla sicurezza; garantire che lo sport automobilistico sia sostenibile, responsabile per l'ambiente e accessibile a tutti in qualsiasi parte del mondo; ricostruire la fiducia e l'investimento nei campionati e, ultimo ma non meno importante, per far crescere la fan base di questo sport.
Per raggiungere questi obiettivi i due hanno già pianificato una serie di possibili attività, tra le quali l'identificazione e la promozione di giovani talenti e la creazione di serie più a basso costo, per rivedere e istituire la diversità e l'inclusione nell'intero spettro, ottimizzare i calendari per evitare sovrapposizioni e promuovere l'ingegneria avanzata.
Le idee dei due candidati sono quindi - in entrambi i casi - chiare, consultabili e propositive. La palla, il prossimo 17 dicembre, passerà alla FIA, che sarà chiamata a scegliere tra la continuità di un presidente più tradizionale come Graham Stoker, forte dell'appoggio di Todt, o se invece punterà a dare la carica a quello che sarebbe il primo presidente non europeo, e non bianco, di tutta la storia della Federazione Internazionale dell'Automobile.