“Te lo prometto nonno”. Sono le quattro parole che Marc Marquez, nel suo ormai famoso documentario “All In Marc Marquez”, pronuncia con quella fatica che viene dalle lacrime e dalla commozione. Le promesse, in verità, erano due. Una che non si sarebbe più fatto male per assecondare la fame di vittoria. E l’altra che avrebbe vinto ancora. Per vincere ancora, Marc Marquez ha fatto la scelta più difficile. La scelta di andare avanti anche quando tutto diceva che era il caso di smettere, la scelta di finire quattro volte nel giro di pochi mesi sul tavolo di una sala operatoria, la scelta di rischiare ancora. Fino alla scelta di lasciare tutto il conquistato per tentare la fortuna in sella alla moto di una squadra satellite. Insieme al fratello Alex. Mettendosi in discussione come si mette in discussione uno che non ha vinto ancora niente. Per una promessa, appunto: la promessa fatta al nonno.
Ma se Marc Marquez ha dimostrato che per lui niente è impossibile, la legge umana non guarda il palmares di nessuno. E’ una legge che, proprio come le corse, risponde solo al tempo che passa. Che passa e, a volte, scade. Spezzando persino le promesse. Marc Marquez, così come suo fratello Alex, ha dovuto impararlo oggi. Di sicuro lo sapeva già, ma quando ti tocca fa più male. Suo nonno Ramon, infatti, non ha avuto il tempo di vederlo vincere ancora. Nemmeno adesso che di tempo da aspettare, probabilmente, ne restava poco davvero. Il nonno di Marc e Alex Marquez, infatti, è morto. L’hanno annunciato sui loro profili social proprio i due fratelli di Cervera, con un messaggio che basta da solo a raccontare tutto: “Grazie per esserti preso cura di noi e per tutto quello che ci hai insegnato. Riposa in pace. Ti vogliamo bene”.
Poche parole: quelle che bastano quando non si ha niente da dire. Perchè ok che all’umana legge devono obbedire tutti, ma il distacco fa male sempre, anche quando avviene in un tempo che è stato abbastanza e in maniera quasi annunciata. Soprattutto se il legame è stato forte veramente, soprattutto se ti chiami Marc Marquez e quel nonno, nel film della tua vita, l’hai voluto nel ruolo più centrale in assoluto, riscostruendo una storia intorno a una promessa. Quasi a lasciar intendere che a volte il vero protagonista non è quello che ci mette il nome., o che comunque il personaggio chiave merita almeno, sempre, d’essere riconosciuto e riconoscibile. Come una promessa che resta, anche se è spezzata. Con la sofferenza prodotta dall’umana legge che, però, è paradossalmente alleviata dalla capacità di esprimere umanità.
Esprimere umanità. Lo hanno fatto, subito, anche gli avversari di Marc e Alex Marquez. Proprio sotto a quel post che racconta il lutto. Ci sono i messaggi di Fabio Quartararo, dei vertici di Ducati, della squadra di adesso che è un'altra famiglia che il dolore lo conosce bene, degli uomini Honda con cui Marquez ha condiviso la sia storia e di tanti avversari che tra pochi giorni, spogliandosi dell’umanità e rivestendosi da piloti, proveranno a fare i modo che Marc Marquez disattenda quella promessa.