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Teruel GP: le MOWgelle della MotoGP dopo il tredicesimo giorno di scuola a Aragon

12 settembre 2021

Teruel GP: le MOWgelle della MotoGP dopo il tredicesimo giorno di scuola
Le fanno tutti, facciamole pure noi. Però senza snaturarci e restando patacca e pure un po’ provocatori. Eccole, dunque, le MOWgelle… le cugine irriverenti delle pagelle della MotoGP dopo il Gran Premio di Teruel a Aragon. Un GP che si è tinto di rosso grazie a Pecco Bagnaia e che potrebbe aver riaperto il mondiale

Voto 0. A Valentino Rossi. Il diciannovesimo posto al GP di Teruel non c'entra niente, perchè era chiaro sin dal venerdì che sarebbe stato un fine settimana da dimenticare. Il votaccio, però, glielo diamo per la risposta data ai giornalisti su che fine abbiano fatto il principe, Aramco e i soldi promessi. Valentino si è limitato a un "non lo so". Ok, che non ne sappia nulla è più che probabile visto che ha più volte ribadito che lui non si è occupato direttamente delle questioni relative al team, ma chi, se non lui, può chiedere (a chi dovrebbe saperne qualcosa) di informare gli appassionati?  Anche perchè sono giorni e giorni che vorremmo capire cosa diavolo sta succedendo o, almeno, qual'è lo stato attuale dei fatti, visto che ormai si dice di tutto e di più. Più si tace e meno si sta in pace! 

Voto 1. A Michelin. Abbiamo già detto tutto qui: date delle gomme che reggono fino alla fine a questi piloti! I ragazzi vogliono solo divertirsi!

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Voto 2. A Alex Marquez. Per lui e per il suo illustre fratello, Aragon è considerata una sorta di "pista di casa". Solo che uno, Marc, nonostante i mille problemi con cui fa i conti, ha lottato fino all'ultimo giro con Pecco Bagnaia per la vittoria. Lui, invece, di giro non ne ha finito neanche uno. Tra l'altro il suo compagno di squadra, Takaaki Nakagami, ha anche fatto un garone e la stagione del giovane Alex comincia ad essere decisamente imbarazzante. Dispiace, perchè di talento ne ha parecchio e lo ha già dimostrato vincendo due mondiali e tenendo alto il nome di Honda lo scorso anno, ma forse il suo problema è proprio Marc. Più in alto sta il fratello, più in basso sta lui. SOS carene in LCR!

Voto 3. A Johann Zarco. E' stato l'uomo del pre gara ad Aragon. Il suo viaggio dalla Franca in sella ad una vecchia Ducati è stato raccontato dalle testate giornalistiche di mezzo mondo ed è piaciuto proprio a tutti, perchè ha avuto il sapore di un motociclismo che non c'è più Poi, però, sceso dalla vecchia Darmah e salito in sella alla modernissima Desmosedici, il tema è rimasto lo stesso delle ultime gare: è come se si fosse spento tutto. L'impressione è che il francese soffra un po' troppo il talento di Jorge Martin, giovane e arrembante e che l'ingombro del compagno di box rappresenti, per lui, una sorta di freno a mano tirato. A Misano vienici in elicottero, ma vienici per rinascere!

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Voto 4. A Pol Espargarò. C'era? Se c'era non ce ne siamo accorti. Tredicesimo al traguardo e, francamente, non è che sia andata peggio di altre volte. Ma questa volta il suo compagno di squadra è salito sul secondo gradino del podio e anche Takaaki Nakagami gli è arrivato ancora una volta davanti. Ok il bisogno di prendere le misure con una moto scorbutica come la RC213V, ma, a guardare il calendario, il mondiale è quasi finito e da Pol neanche un guizzo. La targa di "fratello debole" quest'anno non gliela toglie nessuno!

Voto 5. A Alex Rins. Il grande uomo ammette l'errore, mentre quello piccolo prova a giustificarlo. Lui, Alex Rins, ha agito da uomo e si è assunto tutte le responsabilità, ammettendo di aver sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare in questo fine settimana di gara ed esonerando da ogni colpa il team, la moto e le gomme. Non è da tutti e chapeau, ma il risultato è quello che è e il terzo posto di Joan Mir complica ancora di più le cose per lui. La storia di Maverick Vinales insegna che con l'incostanza si finiscono per rompere anche i rapporti idilliaci e forse la pazienza in casa Suzuki comncia a venire meno. E daje!

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Voto 6. A Jack Miller. E' partito bene, ma poi si è fin troppo presto arreso ai due cannibali là davanti, uno dei quali vestito dei suoi stessi colori. Ha tolto un po' di gas, forse per preservare le gomme, ma si è distratto, finendo largo in curva e ritrovandosi costretto ad una gara tutta in rimonta. Eppure la sua moto oggi andava forte e avrebbe potuto replicare il garone del suo compagno di squadra. Meno stoppie, più concretezze!

Voto 7. A Fabio Quartararo. Quando tutto va male è fin troppo facile cedere al nervosismo. Lui, invece, è rimasto lì a soffrire, bagarrando di brutto con Enea Bastianini per una (in quel momento) nona posizione e dimostrando di non essere disposto a cedere neanche un punto che sia uno. L'atteggiamento è quello giusto e probabilmente il francese è sulla strada che porta al mondiale perchè, al contrario di tutti gli altri, è il pilota che riesce a capitalizzare di più anche quando gira tutto storto. Sarebbe stato bello vederlo in mezzo alla partita tra Bagnaia e Marquez, perchè sul corpo a corpo uno così potrebbe farci veramente divertire. #sembraLorenzo

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Voto 8. A Marc Marquez. In un solo fine settimana è caduto più di un bambino ai primi movimenti, ma è stato sempre molto chiaro che cercava il limite e che il suo passo gli avrebbe permesso di stare lì davanti! Pronti via ha bruciato diversi piloti in partenza e con un atteggiamento umile e calcolatore s'è messo mesto mesto (mica tanto) dietro a Francesco Bagnaia, aspettando gli ultimissimi giri per sferrare l'attacco. C'ha provato in tutti i modi possibili, ma Pecco è stato più forte. Lui, però, porta a casa un gran risultato, non tanto per i punti, ma per quello che rappresenta: una maggiore consapevolezza di poter tornare a essere e fare il Marc Marquez. Aragon è una sua pista e l'ha aiutato, ma lui ha risposto presente e con gran personalità. Il braccio lo preoccupa ancora e gli procura anche un bel po' di fastidio a giudicare da come se l'è immediatamente toccato subito dopo la bandiera a scacchi, ma non c'è antidolorifico più potente dell'odore della vittoria.  Spacciato a chi?

Voto 9. A Joan Mir e Brad Binder. Sono due che, zitti zitti, ce li ritrovi sempre, anche se lottano per obiettivi ben diversi e uno, il campione del mondo in carica, non è ancora salito sul gradino più alto del podio quest'anno. Guidano entrambi sopra le oggettive criticità delle loto moto, riuscendo più o meno sempre a limitare i danni. Attenti a quei due!

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Voto 10. A Enea Bastianini. E' un leone, ha un talento stratosferico, nei corpo a corpo non si tira mai indietro (oggi anche Fabio Quartararo ha dovuto accorgersene) ed è, probabilmente, il più sottovalutato di tutta la MotoGP (Ducati, gliela diamo una mano a questo ragazzo?) nonostante può contare sul numero uno dei manager. Bastianini è uno di quei piloti condannati a dover dimostrare sempre qualcosa, ma lui se ne frega e continua a rispondere "presente" ogni volta che non ci si mette di mezzo la sfiga. Sesto oggi ad Aragon e terza delle Ducati. Niente da aggiungere, vostro onore! 

10 e lode. A Francesco "Pecco" Bagnaia. Eh, niente: c'ha fatto godere di brutto. Perchè era ora che toccasse a lui, perchè aveva un conto aperto con la sfiga, perchè guida una Ducati e è italiano, perchè è uno dei bersagli preferiti dai leoni da tastiera che gli cag*ano il ca**o da inizio stagione, perchè non è mai esagerato, perchè ci mette stile anche quando sclera (vedasi settimana scorsa con Michelin), perchè era poco più di un bambino quando ha lasciato tutto e tutti per andare a vivere a Tavullia e perchè, pur essendo moderno e pulitissimo nello stile, guida un po' come guidavano quelli di una volta: aprire a tutta e frenare tardi e fortissimo! Semplicemente perfetto!

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