image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Testa, cuore e "good vibes".
Diamanti lascia il calcio, ma
ci insegna che oltre ai soldi c’è di più

  • di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

29 aprile 2023

Testa, cuore e "good vibes". Diamanti lascia il calcio, ma ci insegna che oltre ai soldi c’è di più
Oggi è un giorno triste, ma anche il giorno perfetto per celebrare uno dei geni del calcio: Alessandro Alino Diamanti è all’ultima partita della sua carriera alla soglia dei 40 anni (il 2 maggio) e vogliamo celebrarlo come merita. Perché rispecchia l’animo dei livornesi e anche quello di MOW: grintoso, tecnico e soprattutto fuori dagli schemi. Insomma, l’ultimo vero fantasista. Un numero dieci con il 23 dietro alle spalle. Nessuno mai, vedendolo dal vivo o in televisione, ha mai indovinato una sua giocata con quel mancino magico. Manco ci ha provato, sapendo già di perdere in partenza. Ma una cosa possiamo dire senza timore di essere smentiti: senza lui in campo non sarà più domenica...

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Sono sempre stato convinto che chi viene dalla Provincia ama il calcio in maniera diversa rispetto alle grandi città. Siamo sempre e costantemente, sportivamente parlando e non solo, sopra una montagna russa di emozioni fatta di (poche) gioie e tanti, tantissimi, troppi, innumerevoli e soprattutto non meritati dolori. Quando si parla di felicità ci riferiamo a una partita in particolare, alla sconfitta degli acerrimi nemici, a un gol memorabile, a un piazzamento importante, a un calciatore arrivato. Non esistono coppe alzate, scudetti. A Livorno difficilmente siamo andati oltre il secondo turno di Coppa Italia. Già la prima partita dell’anno, in piena estate e rigorosamente a torso nudo, era già un 2 fisso.

Fortunatamente nella mia top 3 delle gioie amaranto (seconda solo a quel Livorno-Milan 1-0 del 2004/05 con gol di Corrado Colombo) posso vantarmi di aver visto Alessandro Diamanti. Arrivò dal Prato con quei rasta biondi e ordinatamente disordinati, i tatuaggi più improbabili in ogni parte del corpo, la faccia da furbo e le scarpe slacciate. Pagato poche migliaia di euro, in pieno stile Aldo Spinelli. È bastato vedere come accarezzava il pallone con quel mancino per capire che sarebbe stato amore a prima vista. Alessandro Diamanti rispecchia appieno l’animo dei livornesi… e anche quello di MOW: grintoso, tecnico, ma soprattutto fuori dagli schemi. Insomma, l’ultimo, vero, fantasista. Un numero dieci con il 23 dietro alle spalle. Credo che nessuno, vedendolo dal vivo o in televisione, abbia mai indovinato una sua giocata. Manco ci ha provato, forse, sapeva di perdere già in partenza.

Le punizioni, i cambi di gioco, testa alta e andare avanti con quel mancino benedetto, i gol da centrocampo, da fuori area, da posizioni impossibili, sterzate che non si vedono neppure ad Assen. Alessandro Diamanti ci ha fatto innamorare anche dei calci d’angolo. Livorno, Londra (West Ham), Bologna, Firenze e Palermo. In mezzo la Cina. “Mi piaceva il progetto...”. Uno come Alino non si è mai nascosto, anzi, non si è mai vergognato di dire la verità. L’ho amato a undici anni, mi ha fatto godere con la Nazionale agli Europei con il rigore decisivo contro l’Inghilterra, mi ha fatto piangere quando è tornato “a casa” dieci anni dopo. Più grande, maturo, senza quei rasta e tutto biondo, senza riccioli. Ma il solito sorriso sulle labbra.

Perché Alino ci ha insegnato due filosofie che diamo sempre per scontate: le “good vibes” e il “blocco serenamente”. Lui non ha mai voluto noie, gente intorno che si permettesse di scombussolare la sua oasi interiore di tranquillità. Lo vuoi fare? Non c’è problema, io serenamente… “ti blocco”, ti faccio fuori da tutto, non voglio sentir più parlare di te. Alessandro Diamanti è un esempio di chi si è goduto e si gode la vita, ma che ha lavorato tantissimo, fatto sacrifici, rinunciato anche a cose più grandi di lui. Ha saputo scegliere alla perfezione le strade che il destino gli ha messo davanti.

Alino Diamanti però in campo si trasforma, è un altro. Il campione vero l’ho visto un giorno agli allenamenti. Fuori dalle telecamere, dai video, fuori da tutto. Stavo facendo uno stage nell’area comunicazione del Livorno Calcio e mi capitò di andare al centro Coni di Tirrenia dove gli amaranto ogni giorno si allenavano. Stava entrando in campo, era a pochi metri dal verde, dietro la porta. Parlava con un ragazzino, un titolare, ma pur sempre un ragazzino. Lo guardava con gli occhi azzurri dritto nelle pupille, gli stava dando un consiglio. Una cosa semplice, magari sentita e risentita, ma dall’espressione, dal tono pacato e deciso della voce, da Diamanti, mi sembrò un verso della Bibbia: "Mentre marchi un attaccante sul corner mettigli il tacchetto sopra il piede, poi se ti dice qualcosa rispondigli: non mi devi rompere il cazzo". Lo disse due volte. Piano, quasi sussurrato come per non farsi sentire. Ma quel modo di dirlo… fosse stato per me sarei andato a marcare tutti gli attaccanti amaranto pur non arrivando al metro e settanta. Non sarebbero passati comunque. Sono sempre stato convinto che chi viene dalla Provincia ama i suoi giocatori in maniera diversa rispetto alle grandi città. Lo so, l’avevo già detto alla prima riga, vi risparmio la fatica di tornarci. Ma è così. Lo vorrei scrivere mille volte e lo rifarò. Sono sempre stato convinto che chi viene dalla Provincia ama i suoi giocatori in maniera diversa rispetto alle grandi città. Non ci interessano i campioni, chi ci porta in Serie A o ci salva all’ultima giornata di Serie B, chi illumina le partite con le sue giocate o chi esulta senza maglia sotto la curva più dei tifosi stessi. Ci basta solo chi mette il cuore per una piccola città, come se fosse nato lì, come se fosse l’ultima cosa da fare prima di morire. E fortunatamente Alessandro Alino Diamanti ha fatto tutto questo.

Quindi grazie Alino per avermi fatto toccare il cielo con un dito, per avermi fatto tornare a respirare dopo anni di apnea, per aver fatto sognare la Provincia, per aver dato voce agli str***i come noi che festeggiamo le salvezze e ne andiamo fieri. Ma soprattutto grazie per averci fatto capire cosa significa essere un dieci con il 23 dietro le spalle. E sicuramente adesso che sei arrivato a giocare l'ultima partita… da quando Alino non gioca più non sarà davvero più domenica. E sì, ascoltatevi questo pezzo con Marmellata #25 di Cesare Cremonini. Perché ogni tanto, piangere fa bene.

More

Ottavio Bianchi incorona Spalletti e il Napoli scudettato. E su De Laurentiis...

di Nicola Sellitti Nicola Sellitti

L'allenatore del D10s

Ottavio Bianchi incorona Spalletti e il Napoli scudettato. E su De Laurentiis...

Brutta sorpresa in auto per Bebe Vio: ecco cosa le è successo

di Riccardo Canaletti Riccardo Canaletti

Furto in pieno giorno

Brutta sorpresa in auto per Bebe Vio: ecco cosa le è successo

Zaccagnini: “Armocromista di Schlein? Facciano accertamenti fiscali”. E sul Concerto del Primo Maggio: “Show finito 15 anni fa...”

di Paolo Zaccagnini Paolo Zaccagnini

Parola di Zac

Zaccagnini: “Armocromista di Schlein? Facciano accertamenti fiscali”. E sul Concerto del Primo Maggio: “Show finito 15 anni fa...”

Tag

  • Sport

Top Stories

  • IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios

    di Giulia Sorrentino

    IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios
  • Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più

    di Tommaso Maresca

    Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più
  • SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?

    di Giulia Sorrentino

    SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?
  • La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen

    di Alice Cecchi

    La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen
  • La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”

    di Emanuele Pieroni

    La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”
  • Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

    di Giulia Sorrentino

    Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

di Filippo Ciapini Filippo Ciapini

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Toto Wolff vuole Leclerc in Mercedes? Lui risponde alle polemiche: "Ho visto Charles a Melbourne, ma..."

di Giulia Toninelli

Toto Wolff vuole Leclerc in Mercedes? Lui risponde alle polemiche: "Ho visto Charles a Melbourne, ma..."
Next Next

Toto Wolff vuole Leclerc in Mercedes? Lui risponde alle polemiche:...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy