Sbaglia più del solito, ma, al contrario del solito, non riesce più nei suoi salvataggi miracolosi e, come se non bastasse, ripete in continuazione che tutto ciò che gli interessa è vincere e che - se dovesse accorgersi di non poterlo più fare – non avrebbe problemi ad appendere definitivamente il casco al chiodo. Come sta davvero Marc Marquez? E’ la domanda che tutti gli appassionati si fanno dopo averlo aspettato per oltre un anno, dopo aver compreso che non si torna subito in forma dopo un infortunio così lungo e dopo averlo visto anche buttare all’aria qualche risultato importante. Certo, non si può prescindere dal tenere conto che la Honda RC213V è una moto problematica, nervosa oltre ogni limite e poco graziosa con le gomme di burro con cui Michelin, da ormai due anni, equipaggia (e condiziona) la MotoGP. La moto deve crescere e su questo non ci piove. Ma la domanda è: Marc Marquez ha davvero margini di crescita? Oppure il fenomeno capace di funambolismi disumani non tornerà più dopo quel maledetto giorno a Jerez del luglio 2020?
La risposta potrebbe arrivare proprio nel prossimo fine settimana, quando sarà di scena il GP di Teruel. Perché è vero che Marc Marquez ha già vinto una gara, ma è altrettanto vero che al Sachsenring hanno concorso alla vittoria dello spagnolo anche altri fattori, tra cui un pizzico di fortuna e qualche goccia di pioggia. Il MotorLand di Aragon, così come il Sachsenring, è un circuito che gli piace particolarmente e dove Marc Marquez ha sempre vinto fin dal 2016, lasciando agli altri solo qualche briciola. Tante curve a sinistra, quasi tutte, un layout che sembra sposare alla perfezione il suo stile di guida e i trascorsi importanti potrebbero giocare un ruolo fondamentale, al di là degli oggettivi problemi della moto, del grip che non è mai abbastanza e anche al di là di una condizione fisica che per stessa ammissione del pilota non è ancora ottimale. Al MotorLand ci sono le condizioni per fare bene e di questo Marc Marquez è ben consapevole, tanto che nel comunicato stampa che precede ogni fine settimana di gara ha provato pure a mettere le mani avanti.
“Il layout del MotorLand – ha affermato - ha curve di ogni tipo. Devi adattarti ed essere versatile perché ci sono curve veloci e lente: bisogna trovare un buon compromesso sull'assetto perché ci sono anche curve in salita, in discesa, con frenate forti e altre meno, quindi è una pista dove è difficile trovare un equilibrio perfetto. Il MotorLand può essere molto esigente. Non da un punto di vista fisico, perché non ci sono cambi di direzione molto forti e quindi fisicamente non è impegnativo. Allo stesso tempo è uno dei circuiti più faticosi dal punto di vista psicologico perché bisogna guidare molto concentrati e ogni errore rischia di costare molto caro”. L’otto volte campione del mondo sembra voler ribadire a se stesso quanto sarà importante fare bene ad Aragon, consapevole che un passo falso potrebbe significare lasciare campo libero ad un dubbio che ormai nell’ambiente hanno tutti e che, dentro, potrebbe covare anche lui stesso: il vero Marc Marquez tornerà mai davvero?
Bissare ad Aragon quanto già mostrato al Sachsenring, nell’altro circuito “del cuore” (grazie anche alle circostanze favorevoli), significherebbe fugare definitivamente quel dubbio e prendere semplicemente coscienza che sarà solo questione di tempo e pazienza. I pronostici, non a caso, sono tutti dalla sua parte. Questo, però, potrebbe da un altro lato lasciare spazio ad ansia e pressione, ma Marc Marquez non sembra uno poco capace di farci i conti, anche se adesso i giovani avversari affamati sono tanti e tutti ambiscono ad insidiare il trono del re. Soprattutto adesso che è ferito. Ecco perché al MotorLand il Cabroncito non potrà permettersi passi falsi, a prescindere dalla sua Honda capricciosa e dalle mille giustificazioni che, comunque, si potrebbero trovare. Serve la performance, per evitare che l’ultima chance si trasformi in una last dance!