Siamo abituati a vederlo sicuro di se stesso, saldo al comando di una squadra vincente come la Mercedes, temibile e perché no, con i suoi avversari in Formula 1, spesso anche terribile. Ma Toto Wolff, il team principal della scuderia Mercedes, qualche volta smette di essere il boss del team che per quasi un decennio ha dominato la classe regina del motorsport e torna ad essere solo Toto: un uomo che, come tutti, vive anche di insicurezze e dubbi sul proprio futuro.
A raccontarlo è stato lo stesso Wolff che, intervistato dal Frankfurter Allgemeine, si è aperto su un periodo complicato della sua recente carriera: quello della pandemia del 2020, con il suo contratto con Mercedes in scadenza e i tanti punti di domanda che in quel momento si sono fatti largo nella sua mente.
"Sono stati dieci mesi molto difficili per me, anche mentalmente, ho dato tutto per quasi otto anni ed ero esausto - ha spiegato Wolff - Ero in scadenza di contratto, avrei anche potuto vendere le mie azioni. Tutto questo ha portato a un conflitto interiore, e mi chiedevo “Voglio restare in Formula 1? Posso dare ancora il mio contributo o qualcun altro può fare meglio questo lavoro?”. Ci ho pensato per quasi un anno, anche se “pensare” è un’accezione ancora positiva".
Il team principal della Mercedes ha quindi davvero valutato un addio al circus, con ogni probabilità dopo la delusione del rifiuto da parte di Liberty Media di entrare a far parte dei "piani alti" della F1 nel ruolo di CEO, successivamente assegnato a Stefano Domenicali. Alla fine però la scelta di Toto però, tra passione e futuro, è ricaduta sul restare in Mercedes: "E’ stata una grande auto riflessione, anche per il tipo di pressione che provato. Alla fine ho scelto Mercedes e la Formula 1, quindi ho ritrovato il mio posto nel mondo".