Il romanzo tra Ducati e Andrea Dovizioso sul rinnovo del contratto si arricchisce di un nuovo capitolo. Titolo: L’Ultimatum. Perché da più parti giungono conferme all’indiscrezione secondo cui la casa di Borgo Panigale ha rinviato ogni decisione alla fine di agosto, dopo il doppio appuntamento al Red Bull ring di Spielberg, in Austria. Secondo i ben informati, Andrea Dovizioso sarà in sella alla rossa anche nel 2021 solo se arriveranno significativi risultati in queste tre gare. Un ultimatum bello e buono, quindi, che però fa nascere una riflessione in controtendenza rispetto a quanti sostengono che tra le parti ormai si cerchi solo uno spunto per rompere definitivamente. Secondo alcuni il rapporto tra Ducati e Dovizioso è irrecuperabile, con la separazione che è solo questione di annunci da fare in una data rispetto ad un’altra. Ma la verità potrebbe essere ben diversa, perché non si può non tener conto che proprio Dovizioso è stato l’unico anti-Marquez degli ultimi anni e che Marquez in questo 2020 sarà quasi certamente fuori dai giochi. Dati di fatto che dovrebbero bastare a ricucire i rapporti, se non altro per trovare quell’equilibrio e quella serenità in seno ad un team che ora più che mai ha l’opportunità di mettere le mani sul mondiale per riportarlo a Borgo Panigale. E quindi ci viene una domanda maliziosa: non sarà che Ducati a questo punto vuole Andrea Dovizioso e viceversa e che l’ultimatum è solo una trovata?
Una conclusione degna a tutto il tira e molla degli ultimi mesi bisogna pur darla. Un braccio di ferro non può concludersi con la resa incondizionata di una delle due parti. E, quindi, non è così escluso che Ducati possa essere ricorsa all’ultimatum per giustificare una presa di coscienza: sulla piazza non c’è altro e Dovizioso, quindi, è ancora la migliore scelta. Condizionare la firma ai risultati è da un lato uno stimolo per il pilota e dall’altro un modo per non far sembrare il rinnovo una resa. Anche perché, dopo Brno, arriveranno due gare in un circuito che è tradizionalmente favorevolissimo alle caratteristiche della Ducati e appare molto poco credibile, visti i problemi di motore della Yamaha e Marquez fuori dai giochi, che dall’Austria non arrivino “risultati significativi”. Inoltre, il GP di Andalusia andato in scena all’Angel Nieto Circuit, ha dimostrato che Francesco Bagnaia ha nel polso e nella testa le specifiche per diventare un pilota ufficiale; prolungare di almeno un anno il contratto con Dovizioso, quindi, consentirebbe a Pecco di crescere ulteriormente in Pramac con moto identica alle ufficiali e senza bruciare le tappe (vista l’esperienza Petrucci).
In una intervista recentemente rilasciata a SpeedWeek, il ds Ducati Paolo Ciabatti ha lasciato intendere che da un lato c’è la volontà delle parti a proseguire insieme e, dall’altro, c’è grande distanza tra offerte e richieste (non solo in termini economici). "Credo si possa scendere a compromessi – ha affermato - il nostro obiettivo è trovare un accordo per continuare con Dovi, ma dovremmo vincere già a Brno: è l'unico modo per conquistare il nostro obiettivo che è il titolo mondiale. Abbiamo deciso di comune accordo di aspettare quattro o cinque gare di questo Mondiale, per noi importantissimo, per prendere decisioni. Il 2020 è una grande occasione per vincere il titolo”. Che, tradotto in termini spiccioli, potrebbe significare che Ducati è pronta ad andare incontro alle richieste del pilota se nei prossimi round si riusciranno a recuperare punti in classifica, per proseguire poi la stagione verso un sogno in un clima di maggiore serenità.