Dopo la prima abbiamo detto che "è roba da matti". Dopo la seconda, però, viene da dire "che figata". Perchè a Termas de Rio Hondo la seconda gara Sprint della storia della MotoGP ha regalato emozioni e sensazioni forti per dodici lunghi giri e senza che nessuno, questa volta, sia finito in infermeria. In molti lo avevano detto: "vedrete che, passata la prima, i piloti prenderanno le misure con questa nuova formula e sapranno mantenersi sul limite, senza esagerare". E' stato così già in Argentina, tanto che quella bandiera a scacchi dopo soli dodici giri è stata un po' una mezza delusione. Come qualcosa che è arrivato a mettere fine a tutto proprio quando stavi godendo di brutto. Ma la formula è esattamente questa qui. E siccome a MOW non siamo mai stati tutti normali, c'è venuta l'idea di buttare fuori pure il pezzo Sprint a commento della gara Sprint. Che è? Bene non lo sappiamo nemmeno noi, però è un pezzo solo, ma con tre titoli. Che poi sono i tre temi venuti fuori proprio subito dopo la bandiera scacchi e che andranno approfonditi quando le moto saranno più fredde e magari in viaggio verso Austin.
Binder sorpresa!
Chi vince merita sempre il primo titolo. Funziona così e ci sta. Tra l'altro questa volta a vincere è stato il pilota che non ci si aspettava e sulla moto che non ci si aspettava. Perchè che Brad Binder è uno che va forte quando le condizioni di grip non sono ottimali è risaputo, ma le Ducati erano sembrate imbattibili pure in prova e anche la Yamaha di Franco Morbidelli aveva dato l'impressione di poter stare davanti alle arancioni austriache. Lo stesso Binder partiva dalla quindicesima casella dopo una qualifica un po' così, ma quando è scattato il verde, nella Sprint di oggi, al sudafricano gli si è svegliato pure il demonio. Ne ha mangiati una decina subito e dopo la prima curva stava già la davanti, a mordere il posteriore di Franco Morbidelli. Uno, il pilota della Yamaha, pulito e dolcissimo nella sua danza, lui, Brad Binder, sempre scomposto, come uno che sembra destinato a finire sulla ghiaia da un momento all'altro. Sembra, appunto, perchè invece Binder va forte davvero e oggi s'è ritrovato pure tra le mani una moto che, di fatto, era nel suo abitat naturale: un circuito con un asfalto senza troppo grip. Il resto lo ha fatto la fame del pilota e una KTM che ultimamente s'è "ducatizzata" di brutto, grazie all'innesto di uomini che, come Francesco Guidotti, hanno potuto portare l'esperienza maturata a Borgo Panigale dentro un'azienda che già di suo portava avanti un grande sviluppo, soprattutto per quanto riguarda l'aerodinamica. Binder sorpresa, quindi, è un titolo che ci sta - quel cognome si presta troppo per non ricordare i mitici ovetti - ma, a pensarci bene, sorpresa mica tanto! Il sudafricano sarà della partita e oggi l'ha detto chiaramente. Se KTM trova la soluzione per andare forte anche sui circuiti con più aderenza, e se anche Jack Miller prende le misure con la nuova moto, il duo tutto italiano che domina la MotoGP potrebbe diventare presto un trio tutto europeo.
Emozione Valentino Rossi!
Per una vita ha fatto mettere tutti in piedi sul divano. Questa volta, però, è toccato a lui. Perchè il fratello di sangue e pure altri due, che non sono di sangue ma sono fratelli lo stesso, sono arrivati uno in fila all'altro: Marco Bezzecchi, Luca Marini e Franco Morbidelli. Uno, Luca Marini, se l'è visto crescere dentro casa. Gli altri due se li è invece cresciuti al Ranch, dentro quella VR46 Riders Academy che, di fatto, è oggi il 90% del motociclismo italiano. E che s'è emozionato forte, Valentino Rossi l'ha pure scritto, pubblicando una storia su Instagram in cui non ha voluto limitarsi a celebrare solo il secondo e terzo posto dei due piloti che corrono per il team che porta il suo nome, ma anche il quarto posto di Franco Morbidelli, che probabilmente, adesso che è Pasqua, vale come una resurrezione. Anche la clip scelta, ripresa direttamente dal divano al televisore di casa (come un appassionato normale) racconta proprio di una fase di bagarre piena tra i due del Team Mooney VR46 e Franco Morbidelli che, invece, era insella a quella Yamaha con cui il Dottore ha scritto la storia della MotoGP. "Che emozione, bravi ragazzi!" - è stato il commento di Vale. Bravi e pure diversi: Bezzecchi carico a cannone e indemoniato nel provare a raggiungere Binder (salvo poi capire che osare oltre sarebbe stato troppo rischioso), Luca Marini lucidissimo a stare lì e non perdere il passo azzardando sorpassi senza sentire il peso di quanto accaduto sabato scorso a Portimao, e un Franco Morbidelli che, probabilmente, ha dimostrato che non è diventato un brocco da un anno all'altro, ma semplicemente che lui e Fabio Quartararo vogliono cose diverse, con Yamaha che però ne ascolta uno solo.
Carmelo Ezpeleta ci ha purgati ancora!
Dopo la prima è stato fin troppo facile puntare il dito sulle Sprint Race. Adesso, però, diventa dura continuare a sostenere che in verità non aumentano lo spettacolo. Perchè oggi, senza il fardello dell'infermeria piena, è stato solo divertimento e le sensazioni forti concentrate in dodici giri (che sembrano pochi ma pochi non sono) sono state veramente tante. Ok, probabilmente c'è ancora qualcosa da limare e magari sarà anche il caso di chiedersi se in futuro queste Sprint andranno ridotte, magari proponendole solo in occasione di alcuni Gran Premi e non in tutti quelli a calendario, però Carmelo Ezpeleta - che fino a pochi giorni fa era l'unico che embrava credere ciecamente nella nuova formula, tanto da imporla a tutti e pure con metodi non proprio democratici - ha vinto di nuovo. La Sprint funziona e diverte. E i piloti c'hanno messo solo un fine settimana a trovare quel limite sopra a cui ballare per farci divertire senza farci preoccupare, con buona pace di tutti quei fanatici del "era meglio prima" che, anche se non ce lo diranno mai, in questo sabato sera di primavera si sono divertiti come non gli capitava da tempo!