Franco Morbidelli c’è, c’è davvero anche se non ha vinto e nemmeno chiuso le qualifiche di oggi con una prima fila, per quanto sia stato il più veloce con gomme da bagnato su quel circuito su cui la pioggia se n’era ormai quasi andata. Hai voglia a scrivere frasi motivazionali da social network quando non funziona un cazzo. In MotoGP, quando dall’oggi al domani smetti di funzionare, non c’è la leggenda dei cocci giapponesi aggiustati con l’oro colato, più belli di prima, o tutte le storielle da televendita sul mindset e il successo di chi si sveglia alle sei con una doccia ghiacciata.
Non c’è niente di tutto questo perché in MotoGP quando non funzioni i problemi sono concreti e oltretutto possono essere moltissimi: La tecnica, la testa, il fisico. Le corse sono la scienza che si incontra con l’anima producendo risultati sempre diversi. Quando il tempo non arriva, in testa ti piomba una lunghissima lista di sciagure e congiure che ti portano a credere di non essere più capace. Chi gli sta vicino ha lavorato - Uccio Salucci raccontava che durante la pausa invernale il 60% del lavoro dell’Academy era incentrato su Franco - e chi lo conosce ha perso la pazienza: “Mi chiedo che cazzo stiano combinando nel box di Franco”, ha scritto su Twitter Ramon Forcada, ex capotecnico di Morbidelli, dopo il GP del Portogallo. A noi Franco piace. Ci piace per come è arrivato lì, diverso da tutti gli altri, e per quello spirito duro e tenero assieme, sintesi dell’uomo giusto secondo un vecchio eroe argentino.
Così lo abbiamo pensato e scritto più volte: Franco si salverà da solo. Ne uscirà perché ne è sempre uscito, arrivando dove una vita tanto generosa quanto complessa gli ha permesso di arrivare. È presto per dire che sarà là davanti per la gara e per i punti che contano, ma come si può fissare un punto, tracciare una linea, tra le cose che cambiano? Questo sabato è la nostra linea: Franco a Termas de Rio Hondo è stato molto più veloce del compagno di squadra, quello che fino a due settimane fa doveva essere pronto a vincere un mondiale, e si è certamente ritrovato a sorridere guardando i tempi lampeggiare sul display della M1. Non è uno specialista del bagnato Morbidelli, la velocità non gli arriva da quello. Non ha usato gomme diverse come avrebbero potuto fare altri piloti più dediti alla scommessa. La tecnica ci suggerisce che Franco potrebbe essere più capace a sfruttare una gomma dura, un po’ come faceva Valentino Rossi, abituato ad uno stile di guida meno esasperato. Ma la tecnica adesso non conta nulla: stasera, dopo la gara sprint, Morbidelli si chiuderà nel box coi suoi ingegneri a capire cosa non ha funzionato prima, tra l’assetto della moto, la gomma, l’aerodinamica e magari pure l’elettronica. Per la prima volta da tanto tempo però, la risposta la dovranno trovare in una di queste cose, non più guardando il pilota e la sua telemetria. Quello, Franco Morbidelli, c’è.