Fino a domenica sera, dopo la gara, il clima nel Team Suzuki era più che buono: una moto finalmente competitiva, due piloti solidi, Livio Suppo di nuovo nel paddock nel ruolo di Team Manager. Il mondiale ampiamente a portata. Durante la mattina con i test di Jerez in programma però, i vertici della squadra si sono riuniti per dare la notizia che, dal 2023, non ci sarà più nessuna Suzuki in MotoGP. A riportarlo per primo è stato il giornalista spagnolo Oriol Puigdement di motorsport.com, secondo cui l’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a brevissimo. Un colpo inaspettato per chiunque, a partire dallo stesso Suppo che soltanto ieri parlava di rinnovo contrattuale con i suoi piloti. Qualcuno, in Giappone, deve aver rovesciato la scrivania, forse a causa dei costi troppo alti per giustificare il ritorno d’immagine.
Suzuki era tornata in MotoGP nel 2015, con una moto estremamente maneggevole ed una filosofia progettuale molto simile a quella di Yamaha, per poi evolvere costantemente il progetto fino a superare i connazionali. La GSX-RR di oggi è una moto potente, raffinata e veloce, abbastanza da vincere un mondiale con Joan Mir nel 2020. Se la notizia dovesse essere confermata - il che è più che probabile - il mercato della MotoGP prenderebbe una svolta decisa, cambiando radicalmente la griglia di partenza.
E adesso? Adesso parte il mercato piloti (e quello moto)
Il primo a cambiare sistemazione dovrebbe essere proprio Joan Mir, diretto in HRC al posto di Pol Espargarò. Non è un mistero che la Honda stia cercando un pilota da affiancare a Marc Marquez e questa, senza dubbio, rappresenterebbe un’occasione d’oro per i giapponesi. Non è da escludere poi che, assieme al pilota, in Honda vada (anzi, ritorni) anche Livio Suppo, per sostituire un Alberto Puig sempre più affaticato da problemi di salute. Si sa poco invece di Alex Rins, attualmente terzo in campionato a 20 punti dal vertice. Per lui ci sono tre opzioni: Yamaha, Aprilia e il prossimo team in griglia. Si, perché se la Suzuki dovesse lasciare liberi due posti, qualcuno sarebbe pronto asostituirla: un nome su tutti è quello del team Leopard, che con Miodrag Kotur spinge da tempo per avere due moto, ma non è il solo. Un’Aprilia così competitiva potrebbe lanciare un satellite, ma se sognare non costa nulla non si può nemmeno escludere del tutto un altrettanto clamoroso rientro di Kawasaki. Di certo,per tutte le altre squadre le trattative diventano improvvisamente più facili: con due piloti competitivi e d’esperienza appiedati, i Team Manager hanno solo l’imbarazzo della scelta.