Presentarsi come il nuovo numero nove della Roma è una delle cose più sportivamente difficile che possono capitare a un calciatore. Un ambiente competitivo, una piazza calorosa ed esigente che vuole tornare ad alzare qualche coppa, una città storica che aspetta due partite l’anno per vedere quali colori predomineranno. Quest’anno le attenzioni sono tutte rivolte nella Capitale. Da una parte la Lazio di Maurizio Sarri che oltre al valore aggiunto in panchina, ha visto il gradito ritorno di Felipe Anderson e il (folle) cambio di casacca da parte di Pedro che alla lupa ha preferito l’aquila. E poi c’è la Roma di Josè Mourinho. L’arrivo dello Special One, il rientro a pieno regime di Nicolò Zaniolo e tanti acquisti mirati hanno fatto salire alle stelle l’entusiasmo e le aspettative dei tifosi giallorossi.
La partenza di Dzeko, almeno per il momento, non è stata poi così dolorosa grazie anche alle prestazioni estive del “Re uzbeko” Eldor Shomurodov. Ma la ciliegina sulla torta arriva dall’Inghilterra. Un demotivato quanto super talentuoso Tammy Abraham non vuole più giocare a Londra, sponda Chelsea. Pupillo di Frank Lampard pur non spaccando le reti ha dimostrato un discreto fiuto del gol. Un 23enne alto e longilineo, dotato di un’ottima tecnica individuale che purtroppo pecca di continuità. Così è stato presentato dagli addetti ai lavori. Insomma, 40 milioni per un bel punto interrogativo non sembrava essere tutto questo grande affare.
E mentre i rumors su un possibile già flop della dirigenza della Roma lui è arrivato col sorriso sulle labbra, ha salutato tutti, si è fatto le foto con i suoi nuovi tifosi ed è corso ad allenarsi. Ultima amichevole saltata, esordio ufficiale di Conference League praticamente saltato anche quello. “Josè Mourinho non lo vede, sarà destinato a fare panchina”. E invece no. Prima giornata di campionato, Roma-Fiorentina. Partita super delicata. Lo Special One, che ha sempre fatto giocare Shomurodov, spiazza tutti. Dal primo minuto proprio il 23enne. “Anvedi come gioca ‘sto regazzino” avranno sicuramente detto dalla curva Sud. Al primo sprint costringe l’arbitro ad espellere il portiere viola Dragowski, poi disegna gli assist Mkhitaryan e Veretout. In mezzo una traversa colpita. Al 68esimo esce stremato dal campo e l’Olimpico gli dedica una standing ovation.
L’altro motivo per il quale Tammy Abraham ci è entrato nel cuore è perché, fondamentalmente… è un cazzone. Sì, l’amico che ti fa sempre sorridere, con la battuta pronta che però inevitabilmente è talmente brutta che deve prendere una cinquina dietro il collo come risposta. Il problema è che il 23enne è un calciatore super seguito e le sue battute le fa sui social: “Lei è fidanzata? E quindi? Anche nel calcio c’è un portiere, ma non vuol dire che non puoi segnare” oppure “La gente dice che sei quello che mangi, ma non mi ricordo di aver mangiato una bomba sexy stamattina”. Beh diciamo che l’italian attitude è già di diritto di sua proprietà.
E se pensavate di aver visto tutto su Tammy Abraham beh, sicuramente non sapevate che c’è anche un coro su di lui cantato dai tifosi del Chelsea e che non ci stancheremo mai di sentire: “Ohhhhh Tammy Tammy… Tammy Tammy Tammy Abraham”.