Nessun giocatore dell’era moderna può essere paragonato a lui, era unico per caratteristiche e mentalità, più sensibile fuori dal campo di quanto non facessero trasparire i suoi muscoli e lo sguardo da duro. Si considera la quinta persona più riconoscibile al mondo soltanto dopo Dio, Gesù, Mohammad Alì e Barack Obama, la considerazione di se stesso non è mai stata un problema, anche se ha avuto momenti bui che lo hanno spinto a pensare al suicidio, esagerato in tutto dentro e fuori dal campo. Riconoscibile o no credo non esista essere umano che non abbia voluto vivere almeno un giorno come ha vissuto Dennis Rodman.
Rodman era un giocatore incredibile. In un basket fisico come quello degli anni novanta ha saputo imporsi come uno dei più grandi difensori della storia del gioco. Perché sì, il basket ha una particolarità che si ritrova in pochi altri sport, i cinque che attaccano sono anche i cinque che difendono e come dice l’allenatore più vincente della Nba, Gregg Popovich, gli attacchi servono a vendere biglietti, ma sono con le difese che vincono le partite. E Dennis ne ha vinte parecchie, cinque titoli NBA prima contro e poi con Michael Jordan. Ha difeso e innervosito tutti le più grandi ali e i più grandi centri della lega, con i suoi 2 metri e zero tre centimetri ha recuperato sotto le plance tutto quello che non entrava nel ferro. Ha recentemente raccontato, in occasione del documentario The Last Dance su Netlflix, che lo ha fatto conoscere ai pochi bipedi che ancora non sapevano chi fosse, il fatto che prima al college e poi nei primi anni Nba, lui allenasse questa abilità nel prendere il rimbalzo, cercando di studiare la rotazione della palla e le traiettorie che la stessa prendeva sbattendo contro ferro e tabellone. È uno spettacolo vederlo raccontare nel documentario, quasi danzando, quali movimenti della palla studiava. Marco Belinelli, uno degli italiani in Nba, ha detto che non ha mai visto nessun suo compagno allenare questo specifico fondamentale e lui di franchigie ne ha girate parecchie.
La signora Ciccone, alias Madonna, gli offrì venti milioni di dollari per concepire un figlio con lei. Il suo matrimonio con la modella / ballerina / cantate / playmate Carmen Elettra durò nove giorni
Nato a Trenton nel New Jersey, da una famiglia problematica, il padre Philander lo abbandona da piccolo, si trasferisce quindi con la madre e le sorelle maggiori a Dallas per inseguire prospettive di vita migliori. Sviluppa un carattere introverso e silenzioso, emula le sorelle che si ritagliano un ruolo nella pallacanestro femminile, ma lui è di corporatura esile e all’inizio fa molta difficoltà. In un’estate cresce di 20 centimetri e all’altezza ragguardevole per i suoi anni si aggiunge un’esplosività fuori dal comune. Al college diventa un buon difensore e gli scout Nba iniziano a segnarlo sul taccuino. Sul finire degli anni ottanta c’è una squadra vincente e tostissima i cui componenti vengono soprannominati i “Bad Boys”, sono i Detroit Pistons di coach Chuck Daly. Una squadra fisica in cui, il giovane Rodman si innesta perfettamente, migliora le sue skills offensive e acquisisce un’ottima etica del lavoro. Vince i primi due titoli, ma le dimissioni del Coach dopo l’uscita dai playoff contro i Knicks lo gettono in una profonda crisi. Dennis ha oltrepassato i trent’anni e sembra perso, siamo nel 1993.
Uno degli uomini più desiderati d’America, anche se i suoi amici d’infanzia dicono che abbia perso la verginità a 20 anni grazie a una professionista del settore
Dopo un paio di stagioni disastrose agli Spurs, approda finalmente alla corte del Maestro Zen, il coach Phil Jackson, che accetta le sue stravaganze e lo inserisce in un contesto tecnico-tattico perfetto per lui, pochi palloni in attacco e tanta difesa sotto canestro. Il resto è magia, diventa il terzo violino insieme a Pippen e alla star mondiale MJ, insieme vincono altri 3 titoli. Ma è la vita fuori dal campo che lo incorona icona globale, i suoi capelli dalle colorazioni più variegate e gli abiti con cui viene paparazzato sovente a Las Vegas, il suo parco giochi, che raggiungeva sovente a bordo della sua Harley-Davidson. Sono nell’immaginario di tutti alcune delle sue mise più celebri, come l’abito da sposa bianco in occasione del lancio di un suo libro o le canottiere a rete che lasciano intravedere piercing e tatuaggi che ricoprono il suo corpo in una lega che in quegli anni non vedeva di buon occhio il gangsta style sdoganato poi da Allen Iverson anni dopo.
In un’estate cresce di 20 centimetri e all’altezza notevole per i suoi anni si aggiunge l’esplosività
Riconoscibile anche il nome d’arte affibbiatogli sul campo “The Worm”, letteralmente il Verme per le sue movenze flessuose mentre giocava a flipper da ragazzino, ma anche per il suo atteggiamento sprezzante nei confronti degli avversari. Uno dei soprannomi più azzeccati al mondo secondo solo a “The Big Dipper”, l’Orsa Maggiore attribuita ad una divinità sportiva a stelle e strisce come Wilt Chamberlain una trentina di anni prima. Ed è proprio con il gigante Wilt che Rodman condivide la sua grande passione: le femmine.
Decisamente uno degli uomini più desiderati d’America, lui dal canto suo non si è mai tirato indietro, anche se i suoi amici d’infanzia sostengono che abbia perso la verginità all’età di 20 anni grazie a una professionista del settore. Leggende a parte il Verme ha poi sicuramente recuperato il terreno perduto. La signora Ciccone, alias Madonna, gli offri venti milioni di dollari purché concepisse un figlio con lei, la storia fatta di trasferte con jet privati non durò. Ebbe vita breve anche il suo matrimonio, per l’esattezza nove giorni, con la modella/ballerina/cantate/playmate Carmen Elettra. Sono certo che molti lettori, adolescenti negli anni 90, abbiano perso qualche diottria per colpa sua. Sono migliaia le donne che hanno affollato il suo letto, l’ex Bull ne ha sempre fatto un vanto, dichiarando persino di essersi rotto per ben tre volte il pene a causa di incontri amorosi troppo focosi, questo la dice lunga sulla sua propensione a non risparmiarsi sia in campo che fuori. Non ha mai fatto uso di droghe, ma certamente si è bevuto buona parte dei suoi guadagni, recentemente è stato sotto i riflettori mondiali per la sua strana amicizia con il dittatore nord coreano Kim Jong-un, decisamente uno degli uomini più controversi dei nostri tempi. Un atleta straordinario che ha saputo essere se stesso in un mondo senza internet e senza social network, in cui le storie che lo riguardavano venivano riportate dai fan come dispacci da una terra di confine, oggi anche grazie a “The Last Dance” scopriamo che quelle storie erano tutte vere, ma noi, in fondo, lo abbiamo sempre saputo.